Alle prime luci dell’alba di lunedì 7 gennaio un gruppo di militari, tra cui elementi della Guardia Repubblicana, hanno preso temporaneamente il controllo della radio nazionale appellando la popolazione a sollevarsi contro la famiglia Bongo approfittando della lunga assenza del Presidente Ali Bongo Ondinba attualmente ricoverato in una clinica privata in Marocco dopo aver subito un ictus celebrale. Il colpo di Stato è durato poche ore. Le forze armate gabonesi hanno attaccato la sede della radio nazionale uccidendo due soldati ribelli e arrestando gli ufficiali che guidavano l’azione. Secondo i media internazionali i golpisti erano solo 6. Un numero irreale dettato da ragioni di minimizzare l’accaduto considerando che nella capitale Libreville i reparti fedeli alla Repubblica hanno ingaggiato scontri a fuoco con i golpisti per circa un’ora in vari punti del centro città. Il fallito golpe ha comunque incoraggiato la popolazione. Timidi tentativi di scendere in piazza sono avvenuti lunedì pomeriggio. Alla notizia del fallimento, la popolazione, pur stufa della tirannia dei Bongo, si è fatta più prudente, evitando di offrire scuse per una brutale repressione delle manifestazioni.
È evidente che il colpo di Stato ha sofferto di una scarsa preparazione, visto che la maggioranza dell’esercito e della polizia non si è unita ai ribelli che sono stati facilmente neutralizzati. A guidare il gruppo di golpisti un perfetto sconosciuto: il Luogotenente della Guardia Repubblicana Kelly Ondo Obiang che ha letto il comunicato trasmesso dalla radio nazionale. Obiang si è presentato come leader di un altrettanto sconosciuto Movimento Patriottico dei Giovani delle Forze Armate e della Sicurezza del Gabon (MPJFDS). Formato militarmente nel 2015 presso la Scuola della Forze Armate di Zambakro a Yamoussoukro Costa d’Avorio, il luogotenente Obiang ha prestato servizio fino al momento del golpe presso i reparti della Guardia Presidenziale destinati alle parate, corpi non di combattimento.
Obiang è un perfetto sconosciuto senza contatti con lo Stato Maggiore e gli alti ufficiali dell’esercito o dei servizi segreti. Chi lo conosce lo descrive con un soldato semplice, relativamente discreto, molto formato per le parate delle cerimonie ufficiali ma con scarsa preparazione militare. Nonostante che il luogotenente golpista avesse alcuni contatti tra le unità di intervenzione dei paracadutisti e presso, ovviamente, la Guardia Repubblicana, non è stato in grado di coinvolgere nel colpo di Stato questi due reparti d’élite dell’esercito gabonese. Sulla sua sorte dopo il fallito golpe si è creata una certa dose di confusione e notizie contradittorie. Il governo assicura che è stato arrestato poco dopo l’assalto alla radio nazionale, mentre cercava di fuggire. I media gabonesi, al contrario, lo danno in fuga.
La mancanza assoluta di preparazione e la facilità con cui il golpe è stato controllato dalle forze dell’ordine hanno fatto scaturire il sospetto che si trattasse di una messa in scena orchestrata dalla first lady Sylvia Bongo Ondimba assieme al ‘cardinale Richelieu’ della politica gobonese, Emmanuel Issoze Ngonde, il direttore del Consiglio Brice Laccruche Alihanga e al capo della Guardia Repubblicana, il Colonnello Frederic Bongo, fratellastro del Presidente. Gli stessi personaggi che, con la benedizione della Francia, lo scorso novembre hanno attuato un ‘golpe’ istituzionale per mantenere il potere dinnanzi alla grave malattia del Presidente Ali Bongo ricoverato dal 24 ottobre 2018.
La Costituzione prevede che in caso di assenza prolungata del Presidente, o di malattia invalidante che non permetterebbe più di svolgere le funzioni di Capo di Stato, venga nominato un Governo provvisorio, con il compito di organizzare le elezioni entro 60 giorni. Un’occasione ottima per l’opposizione, che avrebbe avuto grosse probabilità di riportare la vittoria elettorale nelle elezioni anticipate, ponendo termine alla lunga dinastia che ha saccheggiato il Paese in complicità con i francesi, privandolo di un vero sviluppo socio economico.
La procedura prevista dalla Costituzione è stata totalmente ignorata. La first lady Sylvia Bongo Ondimba assieme ai suoi compari, hanno nominato il Vice Presidente, Pierre Claver Maganga, Presidente Ad Interim proprio per evitare la nomina del Governo transitorio e le elezioni. Sia l’opposizione che la maggioranza della popolazione parlò di golpe istituzionale e l’obiettivo era chiaro: mantenere il potere della famiglia Bongo, in caso di morte del Presidente o di uno stato di salute totalmente debilitante.
Lo strano golpe del luogotenente Obiang ha stranamente coinvolto i principali leader dell’opposizione tra cui Jean Ping, rivale storico di Ali Bongo e alcuni alti ufficiali dell’esercito. Sono stati coinvolti anche il Generale Jean Philippe Ntumpa, autore di un fallito golpe nel 2009 ed estremamente critico verso la Famiglia Bongo; il Colonnello Rapontchombo, il sindacalista Jean Rémy Yama, il leader dell’oppozione Jean Ping, la ricercatrice Laurence Ndong, il leader del partito Unione Nazionale, Marcel Libama, l’avvocato Paulette Oyane, l’ex deputato del Partito Democratico Gabonese Bertrand Zibi e vari leader della società civile.
Nel comunicato letto alla radio nazionale dal luogotenente Obiang questi leader politici e alti ufficiali dovevano far parte del governo provvisorio del Consiglio Nazionale di Restaurazione, con il compito di abbattere il regime Bongo e salvare il Paese. Stranamente questi politici e militari che sarebbero stati complici del golpe, sono noti oppositori del regime e hanno recentemente denunciato il golpe istituzionale organizzato dalla first lady per salvaguardare gli immensi interessi economici che la Famiglia Bongo detiene in Gabon. Jean Rémy Yama ha spiegato al mensile Jeune Afrique che né lui né gli altri politici e militari citati dal luogotenente Obiang erano a conoscenza del tentativo eversivo. L’ex deputato Bertrand Zibi, addirittura è ancora in carcere presso la prigione centrale di Libreville dall’agosto 2016.
«Sembra a tutti gli effetti un finto colpo di Stato creato per rafforzare il regime e indebolire se non eliminare i suoi oppositori. Un Golpe può sempre fallire, ma non viene preparato con dilettantismo, da un gruppo di ufficiali e soldati senza garanzie dell’appoggio perlomeno del 60% delle forze armate. Il golpe tentato dal luogotenente della Guardia Repubblicana Kelly Ondo Obiang era destinato a fallire prima che fosse attuato. Mi chiedo perché tentare una avventura destinata all’insuccesso? Forse Obiang ha ricevuto ordini dall’alto per organizzare una messinscena? Sospetta anche l’immediata presa di posizione della Francia che si è schierata a favore del regime condannando tutti i tentativi di cambiamento di governo non costituzionali. Una posizione alquanto contradittoria visto che lo scorso novembre lo stesso governo francese non ha battuto ciglio dinnanzi al golpe costituzionale della famiglia Bongo» spiega un ufficiale ugandese a titolo personale, sotto anonimato. Durante il golpe istituzionale della famiglia Bongo, perfettamente riuscito lo scorso novembre, la Cellula Africana dell’Eliseo, potere occulto che da settant’anni cura gli interessi economici francesi nelle colonie africane d’oltre mare, reagì immediatamente in difesa della famiglia presidenziale che da 51 anni tutela gli interessi economici in Gabon.
Un contingente dell’Esercito francese fu inviato d’urgenza in Gabon, come rinforzo ai 900 soldati del Sesto Battaglione di Fanteria di Marina di stanza permanente nel Paese grazie agli accordi di difesa comune siglati nel 1960 e rinnovati nel 2011. Secondo elementi di intelligence gabonese, Parigi diede l’ordine ai suoi soldati di intervenire in difesa della famiglia Bongo in caso che eventuali proteste popolari si trasformassero in azioni rivoluzionarie, o che l’Esercito ne approfittasse per un golpe militare. La scusa ufficiale data fu quella di proteggere i 10.000 cittadini francesi che vivono in Gabon.
La famiglia Bongo governa il Gabon da quasi 50 anni (dal 1967). Bongo è stato presidente da quando è succeduto a suo padre, Omar, che è morto nel 2009. La sua rielezione nel 2016 è stata segnata da rivendicazioni di frodi e proteste violente. Le elezioni amministrative del 30 ottobre, in assenza del Capo di Stato, hanno visto il partito di Ali Bongo ottenere la maggioranza assoluta alla Camera e all’Assemblea Nazionale. L’opposizione ha ottenuto 17 seggi su 143.
Ali Bongo Ondimba è comparso sui media nazionali il 31 dicembre per pronunciare il tradizionale discorso alla Nazione di fine anno. Una comparsa di dieci minuti dalla sua camera di ospedale. Pur assicurando che si sta riprendendo e che presto rientrerà nel Paese, Ali Bongo sembra fortemente debilitato a livello fisico e mentale ponendo seri dubbi sulla possibilità di riprendere le funzioni di Capo di Stato. Pochi giorni fa gli Stati Uniti hanno inviato nel Paese africano un reparto scelto di 80 rangers, pronti a intervenire nella Repubblica Democratica del Congo in piena crisi dopo le elezioni.
La vita a Libreville è ritornata tranquilla ma molte persone preferiscono essere prudenti non uscendo di casa. Le connessioni internet sono state ristabilite mentre il governo assicura che la situazione è sotto controllo. Rimane una domanda senza risposta: chi è veramente alla guida del Paese? Di fatto il Gabon è senza un Presidente e un governo dal 24 ottobre 2018 quando Ali Bongo è stato ricoverato in Arabia Saudita. In una Repubblica presidenziale l’assenza del Capo di Stato impedirebbe di fatto alle istituzioni di funzionare.
All’interno del regime stanno sorgendo già profonde divisioni non ultima quella che separa ora la Direttrice del gabinetto presidenziale, Brice Laccruche Alihanga, e il capo dei servizi segreti Frederic Bongo. Il governo è anche privo di un Primo Ministro mentre l’opposizione da mesi ha chiesto alla Corte Costituzionale di dichiarare ufficialmente un vuoto di potere per poter formare un governo transitorio ed avviarsi alle elezioni anticipate. Richiesta rimasta inevasa a causa del chiaro boicottaggio del Presidente della Corte Costituzionale, Marie-Madeleine Mborantsuo, una fedelissima della Famiglia Bongo.
«Il Gabon sta navigando in mezzo ad una tempesta con il pilota automatico» spiega un quotidiano di Libreville. Frustrazione, timori e rabbia stanno crescendo tra le strade della capitale. Nonostante vi siano molti dubbi sulla autenticità del golpe, la popolazione ha considerato l’iniziativa come un messaggio positivo da supportare. Questo spiega le migliaia di persone che alla notizia del golpe si erano riversate in strada in supporto dei soldati ribelli.
Il Golpe fallito del Luogotenente Obiang sembra proprio uno dei tanti misteri della Famiglia Bongo e della Cellula Africana dell’Eliseo che da mezzo secolo soggiogano senza vergogna il popolo gabonese impedendo un reale sviluppo economico sociale e il necessario cambiamento democratico nel Paese. I due burattinai dietro alle quinte sembrano essere i veri beneficiari di questa rocambolesca avventura militare.
Ora i leader dell’opposizione sono sospettati di alto tradimento. Una situazione estremamente diversa rispetto a qualche settimana fa dove la dinastia Bongo era in serio pericolo: l’esiguo circolo di lealisti della Famiglia Bongo erano diventati impopolari e i leader dell’opposizione potevano contare su un crescente supporto popolare che avrebbe potuto permettergli di ristabilire la Costituzione, nominare un governo transitorio ed elezioni anticipate. Ora, chiuque invochi un reale cambiamento politico e maggior democrazia sarà associato ai golpisti. Il Luogotenente Obiang sembra aver offerto un prezioso servizio ai Bongo e a Parigi e, per questo, qualcuno gli sarà grato.