giovedì, 23 Marzo
HomeEconomiaElisabetta II al centro dell'innovazione globale inglese

Elisabetta II al centro dell’innovazione globale inglese

Ieri si concluse nel Regno Unito le cerimonie funebri per la regina Elisabetta II che non era solo una monarca, ma rappresentava un marchio globale. E negli ultimi sette decenni, questo marchio ha in una certa misura definito e promosso la Nazione britannica in tutto il mondo.

La monarchia britannica è composta da vari filoni di marchi: l’istituzione (la corona), i regni del Commonwealth (tra cui Australia e Canada, tra gli altri), la famiglia reale e i suoi singoli membri. La regina Elisabetta ha probabilmente riunito tutti questi filoni in un unico pacchetto globale che è come un marchio aziendale in diversi modi.

Al suo interno, un marchio connota un insieme di aspettative, spesso chiamate promessa del marchio. Tale promessa deve essere autentica, coerente e apprezzata dai consumatori e dalle altre parti interessate. Un discorso pronunciato in Sud Africa, nel 1947, dall’allora Principessa Elisabetta enfatizzò «una vita di servizio», e questo divenne il tenore chiave del suo regno. In un passaggio ha detto: «Dichiaro davanti a tutti voi che tutta la mia vita, lunga o breve che sia, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale a cui tutti apparteniamo».

La regina Elisabetta II ha compreso chiaramente il concetto di marketing secondo cuiil cliente è il re‘. Ed ha fatto in modo tale di promuovere il marchio reale anche a vantaggio delle imprese britanniche, favorendone lo sviluppo nel corso dei suoi settant’anni di Regno, ma anche attraendo capitali dall’estero. Come? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Giudici, Reader in Strategy e Direttore del Modular Executive MBA al Bayes Business School della City University of London.

 

 

 

Come la regina ha influito sulla innovazione del quale il regno ha goduto in questi 70 anni? E nello specifico sull’ecosistema dell’imprenditoria inglese?

Il regno di Elisabetta II verrà ricordato come un periodo di incredibile progresso tecnologico, sociale e scientifico. Non a caso la Regina aveva deciso di regnare con un nome che richiamasse esplicitamente l’era di sviluppo rinascimentale di Elisabetta I. La Regina ha influito su questo periodo abbracciandone proattivamente tante delle innovazioni.
Nel 1952, ad esempio, acconsentì alla trasmissione televisiva live della propria incoronazione, un evento che fu seguito da oltre 20 milioni di persone in tutto il mondo e che contribuì alla diffusione di quella che al tempo era ancora una nuova tecnologia. Nel 1956 inaugurò la prima centrale nucleare al mondo, attivandola in prima persona fra gli applausi, nel 1976 inviò la sua prima email tramite il sistema militare ARPAnet, nel 1977 volò per un viaggio di Stato alle Barbados in Concorde e, nel 1994, fu tra i primi ad attraversare il Channel Tunnel con cui la Gran Bretagna venne finalmente connessa con l’Europa per via ferroviaria.
In anni più recenti, la Regina ha esplorato i mezzi di comunicazione moderna, dai messaggi natalizi in 3D all’uso di social media come Instagram e Twitter, e si è coinvolta come protagonista insieme a James Bond (Daniel Craig) nel video di apertura dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012 o, pochi mesi fa, in quello di lancio del proprio Giubileo di Platino insieme al famoso orsetto Paddington.
Particolarmente influente per superare le preoccupazioni della popolazione è stato il suo ruolo nella campagna di vaccinazione contro il COVID nel 2021, decadi dopo un impatto analogo sul successo della campagna anti-poliomelite nel 1953.
La forte spinta ‘istituzionale’ da parte della monarca -cementata da innumerevoli onorificenze assegnate ogni anno a scienziati, ingegneri, astronauti, e innovatori di tutti i campi- ha contribuito non solo a rafforzare l’immagine del Regno Unito come un centro di innovazione globale, ma anche all’attrazione di un flusso continuo di capitali da tutto il mondo che ha permesso il rafforzamento di ecosistemi imprenditoriali in campi che vanno dalla medicina al digitale, dalla robotica alla finanza, dall’aerospaziale al nucleare attorno ai diversi centri di eccellenza universitari del sistema britannico, spesso patrocinati dalla Casa Reale e dalle fondazioni ad essa riconducibili. Non a caso, già a pochi giorni dalla scomparsa, vi sono state le prime proposte per dedicare alla Regina Elisabetta II una nuova università o ridenominare una delle principali già esistenti.

Elisabetta II, dal punto di vista di certi economisti, è considerata ‘marchio globale‘. Quanto ciò l’ha messa nelle condizioni di incidere sull’innovazione economica del suo Paese e degli altri Paesi collegati al Regno Unito?

La Casa Reale è ampiamente riconosciuta come un ‘marchio globale’ che ha contribuito e continua a promuovere l’economia britannica nei più diversi campi, dal lusso, al turismo, a quelli più tecnologici. Alcune stime valutano il valore di tale ‘marchio’ nell’ordine di circa 67.5 miliardi di sterline a fronte, però, di un contributo all’economia del Paese di 1,766 miliardi di sterline (fonte: BrandFinance).
La Regina Elisabetta è stata l’ambasciatrice più iconica di questo ‘marchio’, impersonificando la quintessenza di ciò che in tutto il mondo viene percepito come identità ‘British’. Lo ha fatto, da un lato, con un intenso programma di un centinaio di viaggi e visite ufficiali durante i suoi 70 anni di regno e, dall’altro, con atti e simboli ufficiali a favore di tutti i Paesi del Commonwealth, quali, ad esempio, il ‘Royal Cypher’ -cioè il monogramma ‘EIIR’ rappresentante ‘Elisabetta II Regina’, -lo Stemma Reale concesso a supporto commerciale a circa 800 aziende sia locali che multinazionali insieme alla dicitura ‘By appointment to Her Majesty the Queen’, o il prefisso ‘Royal’ concesso ad oltre 1,000 organizzazioni.

Per l’economia la sua uscita di scena e l’ingresso di Carlo III cosa comporterà?

La morte di Elisabetta II rappresenta una sfida per la monarchia britannica e per il Regno Unito in quanto esce di scena una guida discreta, ma forte, che aveva sin da subito comunicato alla popolazione e ai Paesi alleati un forte senso di stabilità e sicurezza, pur nelle innumerevoli sfide storiche -geopolitiche, sociali, economiche, tecnologiche- che ha attraversato. Questo avviene proprio nel momento in cui il Paese sta riconsiderando il proprio ruolo su uno scacchiere internazionale che è in pieno tumulto, quasi come se la morte della Regina simboleggiasse un vero e proprio cambiar pagina, se non la fine, dell’Impero Britannico post Seconda Guerra mondiale.
Il Referendum per la Brexit, mai amata nè supportata apertamente dalla Regina, la quale, anzi, aveva accolto con favore l’ingresso nell’Unione Europea nel 1973, è stato l’inizio di questo periodo di ‘riflessione’ turbolenta. Il Re Carlo III sale al trono di un Regno con il quarto Primo Ministro in sei anni, con una sterlina in pesante pressione e una profonda crisi energetica di natura geopolitica, a cui si aggiungono le frizioni al commercio in Nord Irlanda con l’Unione Europea, sotto l’occhio vigile, ma distratto dalla sfida russa e cinese, degli Stati Uniti.
La luna di miele durerà poco per il nuovo Re, e forse è già finita, con alcuni primi passi non particolarmente felici e i primi attacchi dei tabloid ancor prima del funerale della Regina. Il Regno Unito già si interroga sull’adeguatezza del nuovo sovrano -già si raccolgono i primi appelli all’abdicazione- pur apprezzandone il lavoro di patronaggio di cause importanti con il Prince’s Trust, fondato nel 1976 e molto attivo nelle politiche di inserimento al lavoro giovanile e nella lotta al cambiamento climatico. Sullo sfondo, attendono in silenzio William e Kate, i nuovi Principe e Principessa di Galles, nei quali i ‘sudditi’ riconoscono forse maggiormente l’eredità elisabettiana. Il resto del mondo, nel frattempo, continua ad apprezzare lo scatto di modernità proposto da Harry e Meghan, per ora in panchina per quanto riguarda i compiti istituzionali. Chissà per quanto.

RELATED ARTICLES

Croce Rossa Italiana

spot_img

Save the Children

spot_img

Seguici sui social

Fondazione Veronesi

spot_img

Fondazione G. e D. De Marchi

spot_img

Fondazione Veronesi

spot_img

Salesiani per il sociale

spot_img

Campus Biomedico

spot_img
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com