mercoledì, 22 Marzo
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Ecofin, accordo antievasione

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Stop al segreto bancario in Europa. Lo ha stabilito l’ECOFIN, (Economic and Financial Affairs Council), cioè il Consiglio composto dai Ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri dell’UE, riunitosi oggi a Lussemburgo e presieduto da Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia.

Oggi, infatti, è stata approvata la ‘Administrative Cooperation Directive‘, cioè la legge che consente alla Ue di adeguarsi agli standard Ocse in materia di trasparenza fiscale. Grazie a questa direttiva, lo scambio automatico d’informazioni «acquista la dimensione più ampia possibile in Europa», spiegano le fonti.

L’accordo politico raggiunto oggi passerà di nuovo al Consiglio Ecofin di fine anno per l’approvazione definitiva, e da gennaio 2017 tutti i Paesi Ue, tranne l’Austria, dovranno scambiarsi le informazioni in materia fiscale su individui, fondi ed entità, dando vita alla «piena trasparenza fiscale».

«Si tratta di un accordo antievasione» precisa Padoan. «L’accordo prevede lo scambio automatico d’informazioni in materia fiscale in chiave anti-evasione» ha affermato il ministro italiano dell’Economia. «L’Ecofin ha raggiunto un’intesa a 27 sul sistema che entrerà in vigore nel 2016, ma senza l’Austria che ha chiesto un anno in più per adeguarsi».

E sul fisco è intervenuta anche la Svizzera, paradiso fiscale nel cuore d’Europa, che ha lasciato presagire come su questo tema ci sia un clima disteso con l’Italia. Eveline Widmer-Schlumpf, Ministro dell’Economia elvetico, ha specificato che saranno discussi accordi con l’Italia, seppur in forma privata. «Ho parlato con Padoan e ho deciso assieme a lui che le nostre discussioni non le faremo in pubblico ma davanti a un cappuccino» ha affermato il Ministro d’oltralpe.

Ma il giro di vite dell’ECOFIN sul fisco riguarda poco i pensionati italiani che, secondo le ultime stime dell’INPS, sono in difficoltà. Dal bilancio sociale dell’istituto di previdenza, infatti, si evince che nel 2013 «oltre 2,1 milioni di pensionati (il 13,4%) avevano un reddito inferiore ai 500 euro mensili; «la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese; infine quasi il 70% aveva meno di 1.500 euro al mese».

La notizia è stata accolta con preoccupazione dai sindacati e associazioni, che hanno chiesto al Governo di intervenire per dare maggiore dignità agli indigenti e di mettere mano a una riforma della governance dell’ente.

Secondo Carla Cantone, Segretario Generale dello Spi-Cgil, questi pensionati sono trattati dal Governo come fantasmi «visto che fino ad oggi non ha fatto nulla per loro». Cantone ha poi aggiunto: «Il Premier ha promesso di estendere ai pensionati il bonus di 80 euro, ma non mi pare che dalle prime indicazioni sulla Legge di Stabilità emerga la volontà di mantenere la parola data». «Non basta annunciare, come ha fatto il Ministro Poletti, che non si interverrà sulle pensioni. È ora che sia dato qualcosa anche ai pensionati che tanto hanno pagato in questi anni».

Più duro l’affondo della UIL, che sull’INPS ritiene si stia verificando «una perdita di tempo prezioso». Per Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, «Il Governo Renzi sull’Inps continua a comportarsi come quelli che lo hanno preceduto: perde tempo invece di varare subito una riforma della governance». Secondo Proietti serve «una riforma che preveda un organo di gestione e un Consiglio di Strategia e Vigilanza, composto dai rappresentanti delle parti sociali, che abbia reali poteri d’indirizzo e di controllo e di approvazione esclusiva del bilancio dell’istituto. È questo il modo migliore per assicurare efficacia ed efficienza, e per garantire la trasparenza».

Confesercenti, dal canto suo, chiede l’apertura di un tavolo tecnico tra Governo e rappresentati dei pensionati. Massimo Vivoli, Presidente di Fipac-Confesercenti, ha esortato «il Governo prenda atto che si sta aggravando una vera e propria condizione d’indigenza all’interno delle famiglie». «Molti anziani sono costretti a rinunciare anche alle cure mediche» ha aggiunto.

A giudicare dai dati diffusi dall’ente previdenziale più grande d’Europa, i sindacati hanno ragione a essere preoccupati. Il bilancio sociale 2013 dell’INPS, infatti, è in rosso di 8,7 miliardi, seppur in miglioramento rispetto al 2012. «In particolare il saldo tra entrate e uscite dell’Inps nel 2013 è negativo con un disavanzo complessivo di 8,7 miliardi, determinato per lo più dalla parte corrente, e registra un miglioramento di circa 1 miliardo rispetto al disavanzo di 9,7 miliardi del 2012. Le entrate sono state pari a 397,7 miliardi (+4,1%) mentre le uscite hanno raggiunto quota 406,4 milioni (+3,8%)».

Sul fronte dei dati economici del Paese va segnalato anche il peggioramento della deflazione. Secondo l’ISTAT, nel mese di settembre 2014 l’indice dei prezzi è sceso dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2013.

«La maggiore flessione dei prezzi su base annua (ad agosto era -0,1%) è dovuta principalmente all’accentuarsi del calo dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto)», ha spiegato l’ISTAT. «Sul peggioramento della situazione pesa anche il rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3%, da +0,7% del mese precedente), diventato più ampio con il rilascio dei dati Istat definitivi». 
Oggi è stata comunque una giornata positiva per le borse europee. Le principali piazze d’affari del vecchio continente, infatti, hanno chiuso in rialzo grazie al buon andamento di Wall Street.

La seduta è partita male a causa del tonfo della fiducia degli investitori tedeschi e della revisione al ribasso delle stime sulla crescita della Germania.

In rally i titoli delle compagnie aeree, per via del forte calo del prezzo del petrolio: International Consolidated segna +4,51%, Air France +2,22% e Lufthansa +2,27%. 
Il Dax di Francoforte avanza dello 0,15% a 8.825,21 punti, l’Ftse 100 di Londra sale dello 0,42% a 6.392,68 punti, il Cac 40 di Parigi cresce dello 0,23% a 4.088,25 punti, l’Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,09% a 19.155,85 punti, l’Ibex di Madrid segna +0,36% a 10.224,0 punti.

Da segnalare il tonfo della borsa di Atene, che perde il 5,67% per via dei timori che il paese esca prima del previsto dal piano di assistenza internazionale e convochi elezioni anticipate.

 

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