domenica, 26 Marzo
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Dialogo Nord-Sud Corea: vittoria del Nord, verso status di potenza nucleare

Il tanto atteso incontro fra Corea del Nord e Corea del Sud è avvenuto nel corso della notte italiana. A Panmunjom, nei pressi della zona demilitarizzata, nelle vicinanze del 38° parallelo, che separa dagli anni ’50 le due Coree, le delegazioni di Pyongyang e Seul si sono incontrate per discutere in merito alla partecipazione dei Giochi Olimpici di Pyeongchang ma, ovviamente, questo riavvicinamento fra le due Coree va ben oltre gli aspetti meramente logistici. Sul tavolo delle discussioni ci sono tre punti importanti: l’invio, da parte nordcoreana, di una delegazione di ‘alto livello’ alle Olimpiadi di questo febbraio; l’incontro delle famiglie separate dal confine nord-sud coreano; la proposta da parte sudcoreana, di aprire un dialogo in merito alla questione nucleare. È un fatto di importanza epocale, di cui ancora non possiamo comprendere la portata. Per capire qualche cosa in più, abbiamo contattato Giorgio Cuscito, analista di ‘Limes’ e grande esperto di geopolitica nordcoreana e cinese.

 

A cosa è dovuta questa improvvisa svolta nei rapporti fra le Coree?

Si tratta sicuramente di una svolta importante anche se non risolutiva. La scelta della Corea del Nord di partecipare ai Giochi Olimpici Invernali di Pyeongchang è dovuta essenzialmente a due fattori: il primo è l’aumento della pressione politica e diplomatica della Cina, che pochi giorni fa ha adottato nuove sanzioni economiche contro Pyongyang per limitare ulteriormente l’importazione di petrolio, con il completo bando dell’importazione di acciaio, ferro, etc. Queste pressioni hanno contribuito a spingere la Corea del Nord verso questa decisione, anche se, in realtà, non sappiamo fino a che punto queste sanzioni vengano applicate da Pechino. Il secondo fattore riguarda lo status di potenza atomica in fieri della Corea del Nord, e questo consente a Kim Jong-un di porsi in maniera diversa nei confronti dei Paesi stranieri (specialmente gli Stati Uniti). L’aver raggiunto una capacità atomica permette a Kim di non pregare per partecipare ai Giochi, ma di negoziare da una posizione diversa rispetto al passato. Dalla mia prospettiva, si tratta di un successo soprattutto della Corea del Nord: poter partecipare senza dover rinunciare necessariamente allo sviluppo del proprio arsenale nucleare. Sono due ambiti collegati, perché ci può essere una distensione dei rapporti diplomatici con la Corea del Sud, ma il discorso politico è diverso, perché implica il dialogo con gli Stati Uniti, non solo con i sudcoreani. Questi ultimi hanno l’interesse a ridurre la tensione con Pyongyang, perché sarebbero la vittima principale di un’ipotetica guerra sulla penisola coreana fra Stati Uniti e Corea del Nord. Nonostante che si tratti di un gesto distensivo, che ha portato alla riapertura della comunicazione militare fra i due Paesi, è ancora presto per parlare di una vera e propria svolta.

Si parla di una delegazione di alto livello, con l’eventuale presenza di un membro della famiglia di Kim. Quanto sarebbe importante, da un punto di vista simbolico?

Se così fosse, sarebbe simbolico, perché indicherebbe l’interesse a distendere i rapporti, ma ci vuole molto di più per risolvere la questione. Il problema è che la Corea del Sud, così come la Cina e gli Stati Uniti sostengono la denuclearizzazione della penisola, ma la Corea del Nord, arrivato a questo punto dello sviluppo dell’arsenale nucleare, difficilmente lo smantellerà. Si può pensare a un congelamento del programma nucleare, ma ci vorrà molto tempo prima che si possa raggiungere un accordo. Quello che mi sembra interessante è la sospensione dei test e delle esercitazioni congiunte Stati Uniti-Corea del Sud durante i Giochi Olimpici, che avrebbe uno sviluppo positivo, in quanto Pyongyang critica spesso gli americani a causa di queste attività militari al largo della penisola coreana; questo giustificherebbe il circolo vizioso fra esercitazioni sudcoreane-americane e test missilistici nordcoreani. Bisogna vedere come si svilupperanno queste Olimpiadi, ma è certo che il fatto che cittadini e atleti della Nord Corea si rechino in Corea del Sud sia un segnale positivo. Non implica una svolta, ma è un primo passo.

Qualora Kim dovesse venire accogliere la richiesta di congelamento dell’attività nucleare, non lo farà gratuitamente. A quale costo potrebbe accettare di rallentare la sua corsa al nucleare?

È molto difficile dirlo. È un tipo di negoziato, questo, che implica il dialogo con gli Stati Uniti, più che con la Corea del Sud. Pyongyang teme che gli Stati Uniti un giorno possano rovesciare il regime. Una delle minacce principali proviene proprio dalla presenza di truppe statunitensi in territorio sudcoreano. Questa presenza vicino al confine è un grosso problema per la Corea del Nord. È difficile dire quale accordo si potrebbe raggiungere per congelare l’arsenale nucleare. Probabilmente, Pyongyang potrebbe richiedere il ritiro di truppe statunitensi dalla Corea del Sud, ma sarebbe una prospettiva difficilmente attuabile dal punto di vista americana: infatti, la presenza delle proprie truppe nella penisola coreana non dipende dalla minaccia nordcoreana, ma dalla volontà americana di avere avamposti strategici in prossimità della Cina.

Una delle proposte fatte nell’incontro fra le due Coree riguarda il permettere alle famiglie separate dal confine del 38° parallelo di incontrarsi di nuovo dopo anni. Quale può essere l’impatto da un punto di vista sociale ed emotivo?

Non sappiamo se effettivamente questa proposta verrà accettata, In questo contesto sarebbe sicuramente un segnale positivo, a prescindere dalla presenza o meno di un qualche tipo di sicurezza che vigili su questi incontri, e avrebbe un impatto emotivo altissimo per entrambe le parti. Tuttavia, bisogna vedere se questo verrà accettato.

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