mercoledì, 29 Marzo
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Di Maio in USA … De Gasperi e l’assegno

Domanda: «Guarderà a sinistra?». Risposta: «Al centro c’è soprattutto, ma non solo, l’intenzione di ricomporre una presenza critica, moderna e aperta della sinistra italiana». Chiaro? Beati voi. Anche perché poi continua, rispondendo alla ovvia domanda, che la sua non è una corrente, anzi: «Quella che proponiamo è semplicemente un’area di pensiero plurale, aperta, priva di un leader monocratico, che si pone l’obbiettivo di contribuire alla ricerca di una più forte identità del Pd e di pesare negli orientamenti del campo democratico». Bellissimo quell’’area di pensiero plurale’, se solo si capisse che vuol dire. Però, spiega puntiglioso, ha scritto ben due libri contro le correnti.
L’autore di questi lucidi interventi è quello al quale uno al telefono dice: “Ciao Goffredo sono Giuseppe” (Goffredo Bettini), di cui ho parlato tempo fa. ma il documento teorico uscirà, pare, il 14 Aprile, e punta comunque ad un bilanciamento e un equilibrio, le bozze le corregge Hegel, pare.
Va bene: sintetizzato questo è il Bettini-pensiero, il consigliere permanente del PD, che ha guidato il PD di sconfitta in sconfitta. Il che, per uno che si propone come me solo di analizzare la situazione senza preconcetti di schieramento, sarebbe addirittura una cosa da non dire perché irrilevante. Il fatto è che nel bene o nel male, specialmente purtroppo nel male, il PD dovrebbe essere nell’immaginario collettivo di questo Paese il titolare della lotta alle disuguaglianze, alla povertà, alla interruzione drammatica della ‘scala sociale’, alla ricostruzione di un equilibrio di fondo in un mondo sempre più spaccato in due, o meglio in cui la gran parte è ormai sideralmente distante dall’altra, minuscola, di quelli ricchi davvero -e non sto parlando della solita chiacchiera ridondante sui super-ricchi super arricchiti tipo Jeff Bezos, Bill Gates, Zuckenberg ecc…- che Bettini si propone (se lo propone … che ne dite?) di combattere con una alleanza strutturale con gli stellini nuovo stile diretti da Giuseppi, decasaleggiato. 

 

Vorrei uscire, permettetemelo, un momento dalla ritualità. E suggerire di guardare con un minimo di distacco e di realismo alla realtà. A cominciare da quella di oggi, quando accadono due fatti, anzi tre, solo apparentemente distanti.
La proposta, accettata subito con liliale ardore dagliinteressatidi una tassa speciale (non una patrimoniale, quindi) ai più ricchi. Che bello. Chiederemo a Bezos di fare una specie di donazione extra (perché alla fine, di questo si tratterà) non si sa bene a chi, visto che Bezos è dappertutto e in nessun luogo e saremo tutti contenti. Lui in primis. Perché? Perché alla fine pagherà un extra ma non le tasse, dirà un lettore smagato. Certo, ma non solo per quello, quello è il meno. Il punto è che Bezos e gli altri con lui, avranno ancora più mano libera sui mercati e sul controllo della nostra vita quotidiana. In compenso, gente come gli stellini, saranno contenti, perché avranno fatto ‘piangere i ricchi’, che, infatti, non essendo stupidi, ridono.

Bezos, Bill Gates, ecc…, sono Belzebù. Che stupidaggine, che comoda stupidaggine. Sono invece gente che ha saputo lavorare e creare qualcosa, avvalendosi di ciò che offriva la situazione in cui hanno agito. Poi, magari, diventati potenti, riescono in parte a impedire ad altri di fare lo stesso e agli Stati di fargli pagare tutte le tasse. Ma sono degli imprenditori bravi e per fermarli non si può tornare al tram a cavalli o al telefono con i bicchieri, ma trovarne altri capaci di fare meglio di loro. La società va avanti, fermarla non si può: può pensarlo Grillo, ma solo per guadagnare meglio e di più. Avere il cellulare, ci rende controllati, ma è utile, anzi, provvidenziale e perfino bello. E allora il punto non è di bloccare i cellulari, ma di impedire che ci controllino … a meno che quella possibilità, non permetta a qualche mentecatto affamato di potere, e ce ne sono a bizzeffe anche in Italia, di controllarci. Per esempio imponendoci un sistema di voto maggioritario, in cui il cittadino non decide niente, e per di più qualche cretino ha ridotto pure i parlamentari, per puro odio per i ricchi e ignoranza crassa.
E intanto, mentre imponiamo al sorridente Bezos di pagarci una mancia (pare che Biden, guarda un po’, sia contrario, ma poi ci ripenserà) una massa informe di imbecilli che si credono furbi, pretende versamenti immensi perristoriassurdi a pioggia, e al tempo stesso si oppone scandalizzata a cercare di fare pagare un po’ di tasse, poche ma un po’, anche al primo Ciccillo Esposito che si incontra, che, a sua volta, crede di essere un furbastro perché fa tutto in nero, ma resta e resterà sempre e solo Giggino il chianchiere, mentre in Italia si evadono 100 miliardi all’anno, da gente che, però, si lamenta che gli ospedali non funzionano e, se necessario, ci vanno a spese di quelli che invece le pagano le tasse, Bezos incluso.

Su un altro, apparentemente altro, versante, Della Valle offre a Chiara Ferragni un posto nel CdA della Tod’s, cioè di una azienda che ‘costruisce’ moda. Uno scandalo? Che ne sa la Ferragni di amministrazione? A parte che, penso, ne sa molto più di quanto non si creda (non lo vedete come ‘gestisce’ sé stessa? altro che Meghan, una frustrata incattivita), è un modo per avvicinare l’impresa al mondo reale, l’unico che ormai resta forse ancora salvabile: quello dei giovanissimi ancora non rincitrulliti dai vari Grillo, Salvini, Letta, Calenda (Calenda? Calenda!), Meloni, Bonomi, ecc…, ai quali forse si può fare vedere come si fa a lavorare. La ‘ragazza’ non è stata nominata capo della pubblicità della Tod’s, ma amministratore, capite, amministratore: cioè gestore, pensatore, propositore, pur senza essere gestore della contabilità quotidiana.

E, terza cosa, il vostro Ministro degli Esteri va in USA, primo europeo ad andare in USA, ove verrà ricevuto da Tony Blinken e forse da Joe Biden. A fare che?
Diciamoci la verità con freddo disincanto: a fare che? Leggete: «In Afghanistan, le truppe italiane e americane operano spalla a spalla da vent’anni e non permetteremo ai terroristi di usare il suolo afghano per minacciare la nostra sicurezza e quella dei nostri alleati. Lavoriamo inoltre assieme per individuare soluzioni alle crisi in Yemen, Siria, Iran, Myanmar, nel Sahel e nel Corno d’Africa. Ogni giorno, i diplomatici italiani e americani lavorano fianco a fianco in tutto il mondo, assieme ai nostri alleati e partner, per prevenire le crisi, mitigare le tensioni e promuovere i nostri interessi e valori comuni. Insieme ai nostri più stretti alleati, continueremo a coordinarci regolarmente e a parlare con una sola voce sulle questioni globali più pressanti … Per rafforzare le nostre democrazie … raggiungere … l’empowerment (sic!!!) delle donne» e poco prima: «Le soluzioni alle sfide di oggi richiedono una leadership coraggiosa e unità di intenti all’interno della comunità transatlantica. Ora è il momento di dare nuovo slancio alle relazioni transatlantiche e rafforzare la cooperazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti a tutti i livelli».
Controllo a fatica la mia curiosità per capire la differenza tra ‘spalla a spalla’ e ‘fianco a fianco’, ma mi domando a chi spetterà la ‘leadership coraggiosa’. E mi sovviene che dopo la battaglia di Qadesh (1270 avanti Cristo!) un reuccio locale dell’attuale Libano, offrì al vincitore (il re ittita) la sua accettazione delle leadership!
Escludo che il vostro Ministro degli Esteri lo sappia, ma al Ministero qualcuno che lo sa dovrebbe esserci:
questo , firmato dai due Ministri degli Esteri, è, a tutti gli effetti, un trattato internazionale, cosiddetto in forma semplificata. Dati i temi che tratta, dovrebbe essere portato al voto in Parlamento, ma non accadrà, alla faccia della nostra Costituzione.
Ma un trattato è. Leggetelo bene, a parte l’empowerment, guarda caso oltre a ‘leadership’, in inglese (!!!), che senza ‘self’ significa ‘potenziamento, rafforzamento’, insomma, una concessione, ne sa qualcosa la signora von der Leyen! A parte ciò, che c’entra con noi l’Afghanistan, il Myanmar, il Sahel, ma specialmente che c’entra ‘con’ gli USA: i nostri interessi e le nostre idee vanno gestite ‘insieme”, non più da soli o con l’Europa o attraverso l’Europa?
Mi torna in mente quel viaggio del 3 Gennaio 1947, gli incontri, la sfilata a Broadway, l’assegno … e lo scoramento mi assale.

Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino, ordinario, fuori ruolo, di diritto internazionale nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autore di numerose pubblicazioni su diverse tematiche chiave del diritto internazionale contemporaneo (autodeterminazione, terrorismo, diritti umani, ecc.) indagate partendo dal presupposto che l’Ordinamento internazionale sia un sistema normativo complesso e non una mera sovrastruttura di regimi giuridici gli uni scollegati dagli altri.
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