giovedì, 23 Marzo
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Cura capitale in farmacia

Il DDL concorrenza, che nel 2016 è destinato a cambiare le regole del gioco nella distribuzione dei farmaci, termina oggi le audizioni in commissione al Senato. Dopo aver ascoltato tutti i rappresentanti di categoria, il testo per ora è rimasto quello licenziato dalla Camera il 6 ottobre scorso e comporta le novità che ormai tutti conosciamo. In sintesi: via libera all’ingresso di capitali, niente più limite al possesso di licenze per il singolo, possibilità di ricollocazione delle farmacie in sovrannumero nei centri con meno di 6.600 abitanti.

Terminata la fase delle audizioni, adesso comincia la fase emendativa, che potrebbe anche portare qualche revisione“, ci avverte il senatore del Pdl Andrea Mandelli, lombardo, Presidente dei farmacisti italiani, convinto che “insieme al libero mercato e all’informazione globale sia iniziata l’era del discernimento, in cui la professione del farmacista potrà evolversi per aiutare un cliente sempre più informato e con aspettative di vita più lunghe, a fare le scelte giuste per la sua salute“. Il business perciò può anche andare per conto proprio. “Dopo quasi un secolo di attività il settore è pronto a una scossa forte” ci racconta successivamente il neo Presidente di Credifarma, Michele Di Iorio, lui stesso titolare di una farmacia a Napoli, oltre che Presidente di Federfarma Campania, ottimista, tanto per il cambio normativo in corso, quanto per l’arrivo sul mercato di 2.000 nuovi titolari di licenza: “Non vale la pena strapparsi i capelli, c’è in corso un’evoluzione dell’intero sistema, ben venga così”.

E forse ha ragione Di Iorio, visto che la crisi morde la saracinesca anche del vecchio farmacista, soprattutto a causa della riduzione progressiva alla spesa per farmaci, che quest’anno peserà circa 545 milioni di euro in meno, su un totale di 2,3 miliardi di risparmi sulla spesa sanitaria complessiva, programmati per il prossimo anno. I negozi tradizionali scontano una scarsa patrimonializzazione e hanno una superficie di vendita mediamente troppo piccola -attorno ai 60 mq- condizioni che, obbiettivamente, non permettono ai titolari di far fronte alla riduzione inarrestabile del fatturato assicurato dal Servizio Sanitario Nazionale, con nuove fonti di ricavo provenienti da un ampliamento della gamma di prodotti in vendita.

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