martedì, 21 Marzo
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Crocetta imita Renzi e cerca l'appoggio del Centrodestra

crocetta

Palermo L’attuale governo siciliano doveva essere fortemente rivoluzionario e, secondo le promesse elettorali, avrebbe dovuto rappresentare una svolta positiva rispetto al passato, gettando le basi per uno sviluppo dell’isola; fino ad oggi è stato invece, uno dei più statici, bloccato da una parte dell’enorme massa debitoria, dall’altra parte dall’assenza di una maggioranza solida che permetta di portare avanti il rinnovamento. Il presidente della Regione Rosario Crocetta più che un rivoluzionario sembra essere un principe sempre con la calcolatrice in mano, per capire se e quale maggioranza approverà i suoi provvedimenti.

Negli ultimi tempi difatti, il governatore in nome delle riforme, aveva ipotizzato anche un alleanza con il Centrodestra, lasciando al palo anche una parte del Pd con i quali è sempre in eterna bagarre. Pur di uscire dal guado,  aveva ipotizzato un governo simile a quello nazionale di Renzi insieme a Ncd, ma da subito si sono scatenate le polemiche e in molti hanno accusato il governatore di continuare la tradizione del passato con trasformismi beceri.  Lo hanno anche apostrofato di avere un atteggiamento tipico di chi, come Tancredi nel libro di Tommasi di Lampedusa ‘Il Gattopardo’, vuol far solo finta di modificare le cose pensando appunto che ‘Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi’ .

Le critiche sono arrivate sia da Destra che da Sinistra. Pietrangelo Buttafuoco, giornalista scrittore e siciliano noto in ambito nazionale e intellettuale di Destra sempre molto schietto, nel suo ultimo libro ‘Buttanissima Sicilia. Dall’autonomia a Crocetta, tutta una rovina’ (Bompiani) valuta molto negativamente quanto fatto dal governatore e spiega: “Crocetta sta governando malissimo, anzi invece di governare, declama. Rispetto ai predecessori è protetto da questa immagine di immacolato eroe dell’antimafia e chi si azzarda a criticare il suo operato viene subito tacciato banalmente di mafiosità. Ma si rischia anche di essere indicati anche come omofobi perché Crocetta politicamente è diventato un monumento all’omosessualità. In questo modo azzera il dibattito politico e porta avanti figure esili di ‘mandamine’ senza esperienza a sua disposizione che fa diventare assessori. Tra queste la Borsellino, usata per il nome che ha come scudo per bieche operazioni di manovalanza politica.. Io rivendico la possibilità di criticarlo e di fare lo stesso anche la Borsellino. D’altronde, Crocetta non ha un’ opposizione perche il Centrodestra siciliano è quanto di peggio di possa immaginare, rispetto alla già sbrindellata e ridicola compagine del centrodestra nazionale. Quello siciliano è infatti anche pittoresco quanto inutile”. 

“Non esistono nella geografia politologica, fanno solo a gara per andare a soccorrere Crocetta e non si dimetteranno mai perché hanno sempre davanti  l’immagine delle loro mogli sulle soglia di casa che li obbligano a rimanere ai loro posti. Sperare che con un atto di dignità e facciano cadere Crocetta è pura fantascienza”. “Questo anche perché c’è una crisi dei partiti”, prosegue Buttafuoco, “anche se non credo che né Crocetta nè il premier Matteo Renzi possano essere etichettati come uomini al di fuori dai partiti. Ritengo che i due abbiano utilizzato il Pd per svuotarlo e adoperarlo per i loro progetti. Poi è chiaro che ci son pure  lobby esterne che li condizionano, si deve capire solo quale consiglio di amministrazione gestisce questo governo siciliano vincolato con legami farseschi ai poteri forti contro i quali dice di schierarsi. Lo stesso vale per Renzi sempre più vicino all’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne più che ai cittadini. Quello che accomuna i due governi è che sono appesi ad un ceto politico imbarazzante, solo che in Sicilia è  più  folkloristico, scandito dal rumore inconfondibile di uno scrùsciu di carrettu“.

D’accordo con Buttafuoco anche Giovanni Frazzica, giornalista e ex fondatore del Ppi a Messina. Anche lui, questa volta da Centrosinistra fornisce un’analisi negativa dell’operato di Crocetta, sottolineando: “E’ corretto fare una premessa con la modifica del sistema istituzionale, si è introdotto un nuovo sistema che prevede l’elezione diretta del presidente delle Regione e se decade, la stessa fine fanno i consiglieri regionali. Quest’ultimi dopo i sacrifici durante le tornate elettorali, non vogliono  ripetere l’esperienza rischiando di non farcela e perdere tutto. Crocetta ha dunque, un potere enorme e senza questa paralisi istituzionale dovuta all’attuale modello, avrebbe vita poco facile. Inoltre c’è un‘altra legge la Bassanini, che ha conferito ampi poteri a i funzionari. In Sicilia si è creato così un asse di potere tra il presidente della Regione e i direttori generali che muovono ogni carta all’interno di Palazzo d’Orleans. Se a questo aggiungiamo che gli assessori vengono nominati dal Governatore che li può cacciare dall’oggi al domani, come già ha fatto, si capisce perché Crocetta può fregarsene dei partiti e dei deputati regionali, cambiando sempre maggioranza. Non mi sembra un rivoluzionario ma uno che vuole solo forza andare avanti bevendo fino all’ultima goccia dal calice del potere. Non ha obiettivo politico come Renzi non ha un modello, il suo disegno è ormai solo quello di sopravvivere più a lungo possibile”.  

“Difatti, Crocetta prima ha fatto un’alleanza con i Cinquestelle,  nonostante quest’ultimi fossero aspramente critici in ambito nazionale contro il leader del partito di allora Pierluigi Bersani –aggiunge Frazzica – in seguito ha intrapreso con loro una vera battaglia. Lo stesso continua a fare con il Pd, e ora apre al Centrodestra, con il quale prima nemmeno dialogava. La sua candidatura è stata anomala dall’inizio: non ha voluto fare le primarie perché aveva delle lobby esterne che lo hanno appoggiato e gli davano sicurezza, tra questi sembra ci fossero alcuni gruppi editoriali, Confindustria e alcune componenti dell’antimafia. La stessa cosa ha fatto Renzi a livello nazionale con l’appoggio di Marchionne e Carlo De Benedetti. Questo perché lo schema dei partiti che si governavano con le tessere è finito, si conquistano le leadership con i giusti appoggi e la giusta comunicazione. Se non si cambia l’impianto istituzionale i partiti sono destinati a diventare dei comitati elettorali che si formeranno prima delle elezioni per appoggiare questo o quel candidato secondo i sondaggi e l’appeal momentaneo che dimostrano di avere al di là di appartenenze e idee. Le aggregazioni avvengono solo su temi non più su ideologie: così Crocetta è stato votato perché eroe dell’antimafia contro la ‘mafiosità’ con i quali sono stati etichettati i governi precedenti e Renzi perché ha detto di rottamare la ‘vecchia’ politica ormai non vista in modo benevolo dall’elettorato“.

 

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