giovedì, 23 Marzo
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COSMO SkyMed, un’eccellenza italiana di altissimo valore tecnologico

La fine di questo mese ha visto nel nostro Paese, la rielezione del capo dello Stato Sergio Mattarella e il lancio di uno dei più importanti programmi del sistema spaziale italiano. Due eventi diversi, accomunati però da un paio di elementi significativi: l’irrobustimento dell’Italia nello scenario politico e un posizionamento assai alto sul piano tecnologico. Altra condizione, meno gradita, è stata l’accomunanza dei ritardi. Ma in termini spaziali c’è stata una giustificazione assai lecita.

La condizione climatica poco favorevole con l’aria artica tuffatasi inaspettatamente in Florida ha infatti alterato di qualche giorno i piani stabiliti, ma alla fine, la Cape Canaveral Space Force Station poco dopo la mezzanotte di oggi si è tinta del nostro Tricolore, quando dal Launch Complex 40 (a nord della base) il 137° Falcon 9, un sigaro alto 70 metri, ha spinto oltre l’atmosfera terrestre il secondo COSMO-SkyMed FM2 di seconda generazione.

Lo stadio recuperabile assegnato alla missione, opportunamente modificato, peculiarità della famiglia degli SpaceX, è il n. 52 della serie ed è era stato già impiegato come booster laterale di uno stadio centrale del Falcon Heavy in due missioni nel 2019.

COSMO SkyMed è un’eccellenza che il mondo apprezza e ci invidia: il programma è stato finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana con fondi assegnati dal Ministero dell’Università e Ricerca e dal Ministero della Difesa.

Il nuovo satellite arricchisce la costellazione in orbita già da 15 anni, ampliando le capacità operative dell’intero programma in cui LEONARDO e l’industria italiana giocano un ruolo di primo piano; le sue joint venture Thales Alenia Space e Telespazio lavorano con una filiera numerosa di piccole e medie imprese.

Riportiamo a caldo le parole che l’ing. Massimo C. Comparini, amministratore delegato della Thales Alenia Space Italia, l’Azienda che ha progettato e costruito la costellazione.

 

Ing. Comparini, che significa lanciare satelliti per l’osservazione della Terra?

“Osservare la Terra è oggi una delle tecnologie più interessanti e importanti per costruire uno sviluppo sostenibile del pianeta, favorire l’uso intelligente delle risorse, il monitoraggio del territorio, la gestione delle emergenze. Il programma Copernicus, flagship della Commissione Europea sviluppato nelle ultime due decadi, costituisce il programma più importante del mondo per l’osservazione del pianeta, un contributo essenziale nello sviluppo delle nuove applicazioni e servizi ma certamente la visione che le istituzioni italiane e l’Agenzia Spaziale Italiana hanno avuto sin dagli anni Novanta del secolo scorso con il concepimento della costellazione radar di COSMO SkyMed di prima generazione, è stata anticipatoria di quello che oggi vediamo e particolarmente innovativa. Lo strumento radar a differenza dei sensori ottici consente di acquisire ‘immagini’ in ogni condizione di tempo e di illuminazione; per questo un radar spaziale opera come viene comunemente detto, all time all weather”.

E cioè, a ogni ora del giorno e in qualunque condizione metereologica. È una potenzialità per tutte le possibili utilizzazioni.

“Uno strumento potente, che con la crescita delle capacità di elaborazione consente di estrarre una grande quantità di informazioni relative alle scene riprese, se una osservazione ottica ha le caratteristiche di essere ‘immediata’, con una maggiore facilità di lettura, il valore della osservazione con strumenti radar è cresciuto esponenzialmente nell’ultima decade”.

Vorrei far comprendere bene a chi ci legge. L’Italia è leader mondiale nell’osservazione della Terra. Un primato che non si raggiunge senza aver seguito un percorso progettuale e produttivo con una storia assai solida alle spalle.

“Quanto oggi la nostra industria spaziale è in grado di concepire, sviluppare ed operare ha una storia lunga. La comunità scientifica, accademica ed industriale italiana ha una grande tradizione nel campo delle tecnologie radar. Una tradizione che ha attraversato molte applicazioni da quelle più caratteristiche di difesa, al controllo del traffico aereo e certamente al dominio spaziale. Dai primi progetti di radar spaziali ad apertura sintetica per osservare la terra degli anni 80 che videro lo sviluppo di sensori ad esempio imbarcati sullo shuttle, a una pluralità di missioni di esplorazione planetaria che attraverso l’osservazione radar della superficie dei pianeti ne hanno consentito una conoscenza approfondita ed essenziale per la successiva esplorazione si è giunti alla possibilità di concepire un sistema, sensori e un concetto di missione allo stato dell’arte”.

Si è trattato di programmi di successo che poi hanno portato a COSMO.

“Studi architetturali e tecnologici a partire dalla fine degli anni novanta; ricordo il programma preparatorio SAR2000 per la progettazione e lo sviluppo dei prototipi della parti più critiche come l’antenna ad array fasato, popolata da migliaia di moduli trasmetti/ricevi, e grazie agli sviluppi condotti per tutti i primi anni 2000 si è potuti giungere al lancio del primo satellite nel 2007. Il dispiegamento della costellazione di quattro satelliti completato nel 2010 ha posto in operazione la costellazione radar più sofisticata fino ad all’ora concepita”.

Ci sono stati molti apprezzamenti sull’utilizzo della costellazione.

“A dimostrazione della importanza del sistema da subito vi è stata la consapevolezza del dover dare continuità al sistema con il varo dello sviluppo dei sensori di seconda generazione. Macchine ancora più sofisticate con capacità di piena polarizzazione, accresciuta agilità della piattaforma, caratteristica molto importante per la flessibilità operativa e modi di funzionamento più flessibili con capacità complessiva superiore alla prima generazione. Anche in questo caso il lavoro di centinaia di tecnici ed ingegneri lungo tutta la filiera industriale guidata da Thales Alenia Space Italia come primo contraente e da Telespazio per il segmento di terra e naturalmente le operazioni, ha consentito il concepimento di un sistema che mantiene la sua posizione allo stato dell’arte mondiale. Un riferimento per la radaristica spaziale nel mondo. Un vero orgoglio per tutti noi”.

Questo il racconto di Comparini: di un tecnico che nasce professionalmente proprio in quella che oggi è Thales Alenia Space e che ha lasciato solo per un breve periodo, per guidare eGeos, la joint venture tra Telespazio e Asi, per poi tornarvi come AD dell’azienda italiana e deputy ceo e senior executive vice president per Osservazione, esplorazione e navigazione della joint venture.

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