martedì, 21 Marzo
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Corea del Nord e il ruolo delle cheerleaders

Le due Coree sono riuscite ad arrivare ad un accordo in vista delle Olimpiadi invernali di PyeongChang. Ma l’attenzione in queste ore si è spostata anche su chi andrà ai Giochi per la Corea del Nord.  E non solo per gareggiare.

A finire sotto i riflettori le cheerleaders, che il leader di Pyongyang ha annunciato che farà parte della delegazione. Viene definito l’esercito delle bellezze ed è uno dei pochi gruppi di persone che possono andare fuori dal Paese.

Non è la prima volta che le cheerleaders sembrano essere i precursori di relazioni meno tese tra Nord e Sud Corea e il resto del mondo. Ma non ha sempre funzionato. L’esercito delle bellezze di solito supera di gran lunga gli atleti che il Paese invia ai Giochi. Nel 2003, ad esempio, Pyongyang ha inviato 528 persone, 303 delle quali erano cheerleaders.

Le donne vengono scelte in gran parte per la loro bellezza e incoraggiate a mantenere il loro aspetto mentre prestano servizio come cheerleaders. Ma non solo: le donne, la maggior parte sui 20 anni, vengono selezionate dagli studenti e dai propagandisti per il fatto di avere la giusta ideologia. Le cheerleaders sono attentamente controllate per assicurare che rappresentino correttamente la Corea del Nord sia in patria che all’estero.

Nei primi anni 2000 fece parte delle cheerleaders anche la moglie di Kim Jong Un, Ri Sol Ju. Ma non è tutto oro quello che luccica. DIverse sono le storie di cheerleaders, per l’esattezza 21, che sono state rinchiuse nei campi di prigionia per aver parlato della vita felice che avevano visto mentre erano nel Sud. Entrando a far parte delle cheerleaders, le donne si impegnano a trattare la loro visita al Sud come un viaggio nel territorio nemico e a non parlare di quello che hanno fatto o visto lì.

Insomma, un ruolo importante quello ricoperto da queste donne, che va aldilà del loro ambito sportivo. E chissà che non riescano nel loro obiettivo di portare ad un miglioramento dei rapporti in Corea. E non solo.

(video tratto dal canale Youtube del Telegraph)

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