Si avvicina a grandi passi la Conferenza sul Clima (Cop21), organizzata a Parigi che si svolgerà dal 29 novembre all’11 dicembre prossimo. L’apertura, inizialmente prevista per il 30, è stata anticipata di un giorno da parte dell’ONU per offrire «l’opportunità di sfruttare nel miglior modo possibile il limitato tempo disponibile a finalizzare i negoziati». Si tratta di un appuntamento, definito da molti come storico, visto che i cambiamenti climatici e i suoi ‘effetti collaterali’ stanno diventano sempre di più importanti e da più parti si chiedono decisioni chiare e definitive per evitare ulteriori catastrofi. Alla conferenza parteciperanno 195 Paesi, 50mila persone e 25mila delegati ufficiali. Obiettivo della UNFCCC è riuscire ad arrivare, per la prima volta in vent’anni, a un accordo vincolante e universale sul clima, un accordo che sia più solido e più esteso di quello di Kyoto, mai ratificato dagli Stati Uniti. Al tempo stesso i singoli governi dovranno presentare dei piani per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e il rispetto dei parametri verrà monitorato con cadenza quinquennale.
Uno dei maggiori obiettivi della COP21 è mantenere il riscaldamento climatico sotto la soglia dei 2°C rispetto all’era preindustriale (1850 circa). Il futuro accordo internazionale dovrà prima trattare, in modo equilibrato, dell’attenuazione, ossia degli sforzi di basse emissioni di gas serra, e di adattamento delle società ai cambiamenti climatici già esistenti. Ma al centro del dibattito sarà anche chi dovrà pagare il costo di questi accordi, con 100 miliardi di dollari in ballo per aiutare i Paesi in via di sviluppo e che dovrebbero essere erogati dai Paesi sviluppati, da organizzazioni e da privati. Sul tavolo anche l’Ega, Environmental Goods Agreement, l’accordo che Stati Uniti, Cina, 28 Stati membri dell’Unione europea, e altri 11 tra i 160 Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) hanno avviato da luglio 2014 per eliminare i dazi doganali e, in un secondo momento, anche le barriere non tariffarie, su una lista di prodotti ecologici in grado di proteggere l’ambiente e contrastare il cambiamento climatico.
La Commissione europea con un documento uscito il 25 novembre, ha ribadito «quanto sia importante raggiungere un accordo mondiale equo, ambizioso e giuridicamente vincolante alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici» ed ha sottolineato che «l’Unione europea si adopererà per raggiungere un accordo globale, duraturo e dinamico che consenta di accelerare la transizione globale verso economie a basse emissioni di carbonio e resilienti ai cambiamenti climatici. Ciò permetterà non solo di limitare i cambiamenti climatici e rafforzare l’impegno delle società per adattarsi agli impatti di questi mutamenti, ma anche di sostenere la crescita economica e lo sviluppo sostenibile a lungo termine nell’Ue e a livello mondiale». «L’Ue punta ad un accordo globale vincolante al termine della conferenza di Parigi», il commento del presidente Jean-Claude Juncker. «Siamo stati i primi a definire il nostro impegno a favore del clima nel marzo scorso e il nostro è ancora il contributo più significativo. Il nostro obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 2º C da qui alla fine del secolo è ancora a portata di mano. Stiamo assistendo alla nascita di un movimento mondiale senza precedenti. Spero che ciò si traduca in azioni concrete nel corso dei negoziati della settimana prossima. Se si otterranno risultati fattivi a Parigi, l’umanità avrà a sua disposizione un sistema internazionale per contrastare efficacemente i cambiamenti climatici».
Importanti anche i dati del sondaggio di Eurobarometro su ‘Sostegno dei cittadini all’azione per il clima’, dal quale emerge che i cittadini europei sono preoccupati. Il 91% degli intervistati considera i cambiamenti climatici come un problema serio, il 69% lo ritiene ‘molto serio’ e il 22% ‘piuttosto serio’. La maggior parte (93%) ritiene che per combattere i cambiamenti climatici serva un’azione collettiva di tutti i Paesi del mondo e che serva un’azione nazionale per migliorare l’efficienza energetica (92%) e accrescere l’uso delle rinnovabili (91%) entro il 2030. Interessante come l’81% degli europei ritenga che combattere i cambiamenti climatici e utilizzare l’energia in maniera più efficiente può dare un impulso all’economia e creare posti di lavoro. Pronto per l’appuntamento della COP21 il commissario Ue per il Clima, Miguel Arias Cañete: «Parigi costituisce un’opportunità storica che non possiamo sprecare. Adesso si tratta di trasformare lo slancio che si è manifestato nella fase preparatoria della COP21 in un accordo ambizioso, operativo e giuridicamente vincolante. In vista della conferenza più di 170 paesi, responsabili di oltre il 95% delle emissioni globali, hanno già illustrato i loro piani per affrontare i cambiamenti climatici. Si tratta di una vera svolta, ma anche della prova evidente del sentimento di urgenza e della volontà politica comune di fare di Parigi l’inizio di una nuova pagina nell’azione a favore del clima. Ma non c’è spazio per l’autocompiacimento, la credibilità dell’accordo dipenderà dagli elementi chiave seguenti: un obiettivo di lungo termine, analisi periodiche per rafforzare l’ambizione nel corso del tempo e norme rigorose in materia di trasparenza e responsabilità».
Tanti i dubbi che anche in questo caso non si arrivi ad un documento comune e alla sua effettiva realizzazione, ma anche una certezza: il mondo non può attendere oltre. Il clima è a un punto di non ritorno e la non-azione può essere davvero fatale.
Ecco tutti gli articoli sulla Conferenza sul Clima di Parigi COP21, sulle tematiche ambientali e sulla geopolitica legata alle questioni del clima e dell’ambiente.
COP21: il Creatore di morte chiamato a salvare la vita
Clima: cosa succederà se le temperature aumenteranno di 5 gradi?
Oltre il piano mondiale per il clima di COP21?
COP21 e cambiamenti climatici: ‘Un accordo a Parigi ci sarà’
COP21: la linea italiana a Parigi
COP21: la posizione dell’Ue a Parigi
COP21: le isole-stato a rischio scomparsa
Parigi: all’Ambiente non si comanda
Il Clima impone una transizione economica
Pianeta Terra grida: «Basta al cemento selvaggio»
Clima: Hollande in viaggio in Cina
Lotta ai Cambiamenti Climatici: ora o mai più
Acqua, risorsa geopolitica e geoeconomica
Acqua, le dispute nelle Americhe
Acqua: le dispute per l’oro blu in Medio Oriente
Guerre per l’acqua, dal conflitto al confronto
Acqua, risorsa geopolitica e geoeconomica
Superare COP21: la salvaguardia degli animali
Clima, America Latina a lezione diplomatica
Clima: verso la Conferenza di Parigi
Quali politiche ambientali? Dialogo con Realacci
Se salviamo Tuvalu, salveremo il mondo
Una sfida mondiale per il clima…
La posizione europea sul clima
Ambiente: tutte le battaglie italiane
America Latina tra cambiamenti climatici e sviluppo
Dal Brasile una risposta ai cambiamenti climatici
USA: buon esempio per cambiamenti climatici
LA CRONACA DELLE GIORNATE
30 Novembre COP21: al via oggi la Conferenza di Parigi sul clima
1 Dicembre COP21: al via i negoziati
2 Dicembre COP21: Fabius esorta ad accelerare
3 Dicembre COP21: quarta giornata tra tensioni e passi avanti
4 Dicembre COP21: pubblicata la prima bozza dell’accordo
7 Dicembre COP21, serve un’intesa entro mercoledì
9 Dicembre COP21, ecco la nuova bozza d’accordo
10 Dicembre COP21: negoziati agli sgoccioli, niente di definitivo
11 Dicembre COP21: ultimo giorno di negoziati, accordo non pervenuto