giovedì, 23 Marzo
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Conte, Salvini, Di Maio: Nuntereggae più! firmato Paolo Savona, e gli italiani sottoscrivono

Euro, spread, ostilità verso la UE di Salvini (che tiene duro, in pubblico, in privato…), Di Maio (che inizia farsela addosso e modera i termini), Conte (che lo sappiano non conta), e su tutti svetta Paolo Savona.
Partiamo da tre notizie, apparentemente molto diverse, apparentemente contraddittorie, colpiscono in questi giorni e meritano una breve riflessione perché, forse, non sono contraddittorie affatto.
Secondo l’Eurobarometro, la percentuale delle persone che sono favorevoli al mantenimento dell’euro è aumentata, ed è aumentata in maniera particolare in Austria e in Italia, cioè in due Paesi con governi fortemente sovranisti.
Lo spread sale ancora e non accenna minimamente a fermarsi; anche dopo la bocciatura formale del bilancio italiano da cui Luigi Di Maio si aspettava un caduta, è solo sceso un po’, per assestamento, ormai i mercati avevano già scontata la bocciatura.
Mai come in questi giorni l’ostilità verso la UE da parte del Governo italiano è stata così forte, ma anche così imbelle e scialba, sempre volgare come il Babbo Natale di Matteo Salvini o le vanità di Di Maio, cui risponde oggi ‘sfottitorio’ Luca Bottura dal … Nazareno! Ma il consenso verso questo Governo non sembra (ancora) essere diminuito.

A suo tempo ho avuto occasione di citare una frase del professor Paolo Savona, quando scriveva: «un mercato unico ha bisogno di una moneta unica». Una cosa apparentemente ovvia, ma assolutamente non tale se confrontata con le urla dei nostri politici e con l’idea di un Savona fieramente ostile all’euro e alla UE. È di ieri l’espressione netta non solo di perplessità, ma di contrarietà a questa politica «Non si può più andare avanti così, non ha senso. E la manovra com’è non va più bene: è da riscrivere», cui non si associa il Ministro Giovanni Tria ‘stoppato’ dai dioscuri. Non basta, a ciò avrebbe aggiunto: «a questo punto bisogna cambiare anche il Governo, non solo la manovra» mettendo sul tavolo la possibilità delle sue dimissioni. In qualche modo, quella frase di qualche mese fa, spiega il perché del gradimento di cui gode ancora l’euro. Ma come mai in particolare nei Paesi con governi sovranisti? in cui particolarmente forte è l’ostilità verso la UE e in particolare in Italia l’euro guadagna posizioni.

Mi sembra chiaro che gli italiani rispondono in due modi al bailamme di urla e insulti a e su Bruxelles: confermando di avere perfettamente capito che l’euro serve per un mercato unico e quindi che serve il mercato unico cioè l’UE e, lo vediamo meglio più avanti, ‘sfiduciando’ il Governo, rifiutando l’acquisto dei titoli emessi in questi giorni. Il contrario di quanto direbbero i sondaggi tutti pro-Governo.

Limitatamente, almeno, al nostro Paese, l’ostilità verso la UE si è sempre più trasformata in una molto marcata ostilità verso i Paesi dell’Unione. Perché nella frenesia anti-europea, contro i ‘burocrati’ (che burocrati non sono), contro le ‘imposizioni’ che a loro volta imposizioni non sono, i nostri politicanti hanno sempre più, e sempre più rozzamente (i discorsi da bar sempre così finiscono), attaccato i Paesi europei cui hanno cercato di addossare sia la responsabilità di quelle inesistenti ‘imposizioni’, sia la volontà di ‘conquistare’ l’Italia, acquisendone le ricchezze a proprio vantaggio, forti di qualcosa di indefinito: un maggior successo nell’ottenere vantaggi e privilegi, senza che mai un politico italiano che sia uno, sia riuscito a spiegare come mai quegli stati ottengono cose che noi non otteniamo. Da ciò derivano due conseguenze contraddittorie: da un lato l’ostilità verso singoli Paesi (in sostanza Francia e Germania), dall’altro l’impressione che alla fine l’Europa istituzione finisce per essere piùabbordabiledi quei Paesi, e che se ciò non accade è perché sono quei Paesi che agiscono dietro le quinte per mettere l’Italia in ginocchio. Ma quindi, sono Francia e Germania i cattivi, non (non più) l’UE.
Dubito molto che Di Maio e Salvini (ma anche Grillo e Csaleggio, perfino Casaleggio) abbiano percepito questa differenza brusca di atteggiamento, che equivale a dire a quei politicanti ‘perché non andate a Bruxelles a fare tutto ‘sto casino, invece di stare qui a insultare Francia, Germania, ecc., è a Bruxelles che si tratta’. Le parole evanescenti di Giuseppe Conte, non sembrano minimamente rilevanti: «non vedo l’ora di confrontarmi con il Presidente Juncker alla cena di sabato prossimo», su che si confronta? sul vino da scegliere, visto che i ‘suoi’ Ministri, compreso Tria, dicono che tutto va benissimo e che gli italiani non devono ‘temere’ arretramenti?

Il fatto è che i nostri politicanti hanno realizzato un vero capolavoro: sono riusciti a mettere tutti, proprio tutti i Paesi europei contro di noi, anche i sovranisti ‘pappa e ciccia’ con Salvini, Grecia inclusa, memore forse di quando noi votammo per sottoporla alla famosa Troika, Renzi regnante, lo ricordate?, baci e abbracci con Tsipras e poi il colpo basso sussiegoso ‘le regole si rispettano’, in cambio di qualche ‘flessibilità’ di bilancio. Detto del tutto incidentalmente fa un po’, anzi molto, ridere sentire oggi Renzi lamentare «Mi colpisce la mancanza di serenità di giudizio da parte di chi, dopo aver avuto tutto grazie al nostro coraggio, ora pugnala alle spalle» … ‘avuto tutto’, ‘serenità’, ma si rende conto?

In Italia i cittadini sono storicamente molto lenti nel cambiare opinione -cosa non negativa in sé, sia chiaro, perché indica capacità di riflessione e anche un po’ di ‘capa tosta’ che non è sempre un male- ma specialmente non amano sentirsi dire di avere sbagliato a votare per questo o quello. Un esempio chiarissimo è la fortuna prolungata di Silvio Berlusconi, che, benché accusato di qualunque cosa, manteneva un consenso in qualche modo ‘difensivo’ da parte della popolazione. Ora, mi pare, i tempi si stanno abbreviando, i politici li sopportiamo sempre di meno, pensateci!

Altra cosa che mi sembra comune nella nostra storia politica, è che quando, poi, gli elettori si convincono che i governi in carica non vanno bene, li abbandonano di colpo. È successo con Berlusconi, appunto, ma anche con Renzi, e il tracollo del PD ne è la palingenesi.
La mia impressione è che siamo a questo punto ad un momento di svolta, propiziato anche, credo, dalla larghissima sovraesposizione dei politici attualmente al Governo. L’essere continuamente in prima pagina e sulle televisioni, alla lunga non paga, perché annoia. Qui, nel caso dell’attuale Governo, oltre alla sovraesposizione mediatica tradizionale c’è una ossessiva e invadente propaganda attraverso i social, che probabilmente rallenta la stanchezza da TV, ma, a mio parere, non la esclude.
Certo, l’offensiva mediatica è già partita, per fare credere che nulla è accaduto, che ora spiegheremo tutto, che a Bruxelles capiranno, eccetera; quante volte lo hanno fatto (e non solo costoro che, però, ne sono maestri), ma funzionerà anche questa volta? Io credo che sarà difficile, le difficoltà cominciano a mordere i singoli cittadini direttamente.

Un ultimo elemento va messo in conto: il discorso di Valdis Dombrovskis all’atto della bocciatura del bilancio italiano. Dombrovskis, infatti, si è in qualche modo avvalso dei medesimi strumenti dei nostri politici: un rapporto, o almeno un riferimento diretto ai cittadini, quando ha detto che i cittadini italiani rischiano di scontare le conseguenze degli errori economici del Governo (non della bocciatura del bilancio!) direttamente sulla loro pelle, perdendo i vantaggi conseguiti con le politiche seguite dai governi precedenti all’attuale. Ben altro dalle volgarità di quel Günther Oettinger che affermava che «i mercati insegneranno agli italiani a votare». E’ esattamente il contrario e, credo, su ciò il messaggio avrà un certo successo, dato che gliinconvenientigià si cominciano a vedere anche da parte dei singoli cittadini. I quali, da un lato vedono (sia pure lentamente, ma le voci si spargono in fretta … e qui i social potrebbero svolgere un ruolo) la maggiore difficoltà ad avere credito dalle banche, e dall’altro sono ben lontani dal percepire i meravigliosi risultati di questa politica economica ‘espansiva’ che espansiva non è.
Il punto, infatti, è che
il Governo, mentre propone azioni clamorose a vantaggio dei più poveri e delle imprese (abbassamento di tasse), non riesce a realizzarle, o almeno non può farlo in fretta come promette, anche perché l’aumento dello spread (poco importa se subito dopo la bocciatura è diminuito di qualche punto, il fatto saliente è che resta altissimo) rende più difficile mantenere quelle promesse, dato che una parte della maggiore liquidità ottenuta con la manovra in debito si ‘perde’ nel rimborso dei titoli di Stato.

Come dico, gli italiani cambiano idea lentamente, specie se si sono improvvisamente ‘innamorati’ di certi politici o partiti, ma sono diffidenti (altra caratteristica molto ben nota dei nostri concittadini) e quindi, a scanso di equivoci, non comprano i titoli di Stato che si cerca di vendergli, tanto più che circola, a livello governativo, l’idea di ‘imporne’ di fatto l’acquisto con i famosi CIR, che potrebbero diventare obbligatori … e molti italiani ricordano ancora cosa fu svegliarsi una mattina e trovare il proprio conto corrente ‘tagliato’ di un po’.

Bisognerebbe concludere immaginando o deducendo cosa intenda fare il Governo per fare fronte a questa situazione, al di là dagli insulti e dalla cena ‘concessa’ dall’ubriacone al sedicente premier … solo dopo la bocciatura. Ma c’è poco da immaginare: l’impressione è che ora come ora, il Governo (o meglio Di Maio e Salvini) non abbia la più pallida idea di cosa fare, tanto più che anche gli alleati sovranisti hanno reagito male alle azioni italiane, anzi, sono stati i primi. Tutto ciò che si vede è la continuazione del conflitto tra i due e la scelta, comunque, di fare propaganda in vista delle elezioni di Maggio 2019. L’unica cosa che si sente dire è che, visto che le previsioni sono solo previsioni, si tratterà di vedere al termine del primo semestre 2019 come vanno le cose e quindi decidere se e quali spese fare effettivamente a partire dalla metà del 2019. Sono un completo incompetente di economia (e forse anche di politologia), ma in italiano corrente io la tradurrei così: reddito di cittadinanza, quota 100. flat (sia pure flattina) tax … se ne riparla la prossima estate. Bello!

Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino
Giancarlo Guarino, ordinario, fuori ruolo, di diritto internazionale nell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autore di numerose pubblicazioni su diverse tematiche chiave del diritto internazionale contemporaneo (autodeterminazione, terrorismo, diritti umani, ecc.) indagate partendo dal presupposto che l’Ordinamento internazionale sia un sistema normativo complesso e non una mera sovrastruttura di regimi giuridici gli uni scollegati dagli altri.
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