Venerdi 17 aprile la città di Uvira, nella provincia del Sud Kivu prossima con la frontiera del Burundi è stata investita da un diluvio che ha causato l’inondazione dell’intera città. I quartieri più colpiti sono anche quelli più poveri: Kasenga, Kakombe et Mulongwe. Il bilancio provvisorio fornito il giorno seguente è impressionante: 24 morti, 3.500 abitazioni completamente distrutte e 5.500 fortemente danneggiate. 77.900 senza tetto su una popolazione totale di 378.736 abitanti. Il sindaco di Uvira, Kiki Kapenda Kifara, ha informato che le ricerche dei sopravvissuti sono continuate per tutto il fine settimana. Le vittime sono purtroppo sono aumentate a 30. Tra esse vari bambini e bambine.
Il governatore del Sud Kivu ha dichiarato lo stato di urgenza inviando reparti dell’esercito disimpegnandoli dalle operazioni militari in corso dell’Operazione Corridoio Est. Due compagnie di soldati, medici militari e ufficiali del genio sono attualmente presso la città di Uvira per soccorrere la popolazione, come ha informato il Capitano Dieudonné Kasereka, porta parola delle divisioni di fanteria dell’operazione Sukola 2 Sud Kivu.
Cosa è successo ad Uvira e perché? Le piogge torrenziali iniziate mercoledì 15 sulle adiacenti montagne hanno innalzato il livello dei fiumi Kavimvira, Mulongwe et Kalimabenge che attraversano la città gettandosi nel lago Tanganika. Le inondazioni provocate dalle piogge torrenziali si sono verificate a causa della totale assenza di argini di contenimento dei fiumi che attraversano la città, il disboscamento delle sovrastanti montagne. Il disastro provocato nei tre quartieri (ad alta concentrazione demografica) è spiegabile dalla bassa qualità degli edifici, spesso abitazioni improvvisate.
Uvira è collocata nel punto peggiore della zona: su tre grossi fiumi e circondata da montagne e dal lago Tanganika. Frane e diluvi avvengono con frequenza periodica ogni anno. Da tempo si parla di spostare la città nella vicina piana della Ruzisi ma il progetto rimane nel cassetto del governatorato di Bukavu per mancanza di mezzi finanziari.
I morti causati ad Uvira per le inondazioni, si assommano a quelli causati dalla malaria, fame, attacchi di ribelli. Ai morti causati da frane nella zona alta del vicino capoluogo di provincia, Bukavu. Ai morti dei crolli di palazzine abusive sempre a Bukavu. Ai morti causa naufragio di battelli vetusti che percorrono le rotte del lago Kivu e del lago Tanganika. Per completare l’elenco: le vittime delle periodiche irruzioni della catena di vulcani del Virunga a Goma, Nord Kivu. Tutte tragedie facilmente evitabili ma che si ripetono all’infinito in quanto fino ad un anno fa nessun governo ha mai preso in considerazione di risolvere le problematiche urbane, di trasporto e il disastro ecologico creatosi. Dinnanzi a questa inerzia la popolazione è divenuta fatalista e sopravvive tra una catastrofe e l’altra.