giovedì, 23 Marzo
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Comunione e Liberazione, via al meeting di Rimini

Si apre a Rimini il meeting di Comunione e Liberazione, giunto alla trentaseiesima edizione, tradizionale appuntamento che segna che segna la fine della pausa estiva per il dibattito politico. Governo, economia e tasse sono al momento al centro dell’attenzione: il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina auspica un inasprimento delle pene contro il caporalato dopo le tre morti negli ultimi giorni in Puglia. D’accordo i sindacati, che invece criticano la possibile riforma delle loro quote di rappresentanza. Al vaglio anche le idee su alleggerimento fiscale per rilanciare lavoro e impresa, con il Ministro dell’Interno Angelino Alfano che preannuncia leggi anticrisi per almeno cinque anni. Dopo l’omicidio del direttore del museo di Palmira Khaled Assad per mano dell’Isis, Fabrizio Cicchitto di Area Popolare ammette che si sta facendo poco contro il terrorismo internazionale.

Immigrazione, botta e risposta tra la Presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e Matteo Salvini, definito il male dell’Italia, con il leader leghista che replica dando dell’incapace all’intero Governo. Per Paola Binetti di Area Popolare qualcosa si sta muovendo, e a settembre ci sarà il vero cambio di passo sulla questione, mentre il commissario europeo per l’Azione per il Clima e l’Energia Miguel Canete conferma che non si tratta di un problema dei singoli Stati. Per papa Francesco al centro di tutto deve esserci la misericordia.

Apre con il videomessaggio del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon la trentaseiesima edizione del meeting di Comunione e Liberazione, di scena a Rimini. «Congratulazioni per un incontro così animato con migliaia di persone con diverse fedi, culture, tradizioni, che si uniscono in nome dell’amicizia e della pace», dichiara Ban Ki-Moon, applausi anche per i messaggi inviati da papa Francesco e dal Capo di Stato Sergio Mattarella. Prevista per domani mattina la presenza del segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino, dopo la rinuncia alla Lectio degasperiana a Piave Tesino, in provincia di Trento. La rassegna si chiuderà mercoledì 26 agosto.

Tre braccianti agricoli morti in pochi giorni in Puglia, «una riflessione è necessaria» sull’inasprimento delle pene contro il caporalato, «spesso le norme che lo sanzionano sono di difficile applicazione», sostiene il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. «Per produrre effettivamente maggiore legalità non serve più burocrazia ma più semplificazione, è proprio nella confusione burocratica che si annidano le insidie peggiori». Risultati possono arrivare solo con la «collaborazione di organizzazioni agricole e sindacati», che dal loro canto concordano: «Dobbiamo avviare una grande e partecipata controffensiva nazionale», afferma Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl. Il ministro Martina punta all’equiparazione del caporalato alla criminalità organizzata: «Serve un salto di qualità che rompa il muro di gomma, l’omertà e la paura», da settembre sarà avviata la discussione in Parlamento. «Anche il Governo se ne accorge», commenta il capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà Arturo Scotto, «finalmente denuncia l’enorme esplosione del caporalato. Siamo di fronte a un nuovo schiavismo che va trattato come un’emergenza nazionale perché sfregia il volto della nostra economia e della civiltà del lavoro». Dal centrodestra, Daniela Santanchè di Forza Italia accusa l’esecutivo di essere «retorico» e «da voltastomaco: passata la notizia estiva tutti si dimenticheranno di quello che è successo, il Governo sa solo riempirsi la bocca di belle parole, i fatti però stanno a zero». Il MoVimento 5 Stelle sottolinea come «il progetto fosse già stato annunciato lo scorso anno come grande novità, intanto un’altra estate è passata», scrivono i parlamentari in una nota.

Altro nodo, la pressione fiscale: «Penso che il primo passo dovrebbe essere quello di assicurare la prosecuzione degli sconti contributivi per i nuovi assunti, misura che sta producendo una spinta all’occupazione», scrive Roberto Speranza, della minoranza del Partito Democratico sul ‘Foglio‘. In aggiunta «sarebbe opportuno approntare un intervento per sostenere le imprese che desiderano investire e dei cittadini più deboli, in difficoltà». La ricetta per abbattere la pressione fiscale, per Speranza, sta nella «progressività, autonomia impositiva, priorità ai redditi più bassi e al lavoro, lotta all’evasione. Si possono fare anche interventi molto forti, purchè non ci si illuda che possano essere finanziati solo dal taglio delle spese». Approvazione arriva dal deputato Pd Nico Stumpo: «Giusto dare priorità al Mezzogiorno e al lavoro, a partire dal rinnovo o addirittura la stabilizzazione degli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato. Non vorrei che per garantire lo sgravio di Imu e Tasi anche ai cittadini più abbienti si lesinassero le risorse per sostenere l’occupazione, proprio mentre l’economia torna a muoversi lentamente».

In vista di possibili modifiche alla disciplina della rappresentanza sindacale, la leader della Cisl Annamaria Furlan attacca il Governo: «Se lo scopo è far ripartire la produttività in ogni azienda e territorio, allora non serve una legge, basta un’intesa tra le parti. Ritengo che una legge in questa materia sia impropria e dannosa. Se il Governo vuole dare un contributo, anziché inventarsi leggi tolga il peso del fisco sulla contrattazione di secondo livello. E in ogni caso non parta da solo, chieda di incontrarci. Credo che le regole della rappresentanza e della contrattazione debbano appartenere alle parti sociali».

Leggi speciali anticrisi serviranno per almeno «cinque anni», anticipa il ministro dell’Interno Angelino Alfano. «Siamo di fronte alla crisi economica più lunga dal dopoguerra. A settembre, con la ripresa delle attività e in vista della legge di stabilità presenterò a Renzi una proposta dettagliata su fisco, burocrazia, incentivi alle famiglie». Secondo il vertice del Viminale, serve uno «choc fiscale, con una botta secca alla tassazione della prima casa e un fortissimo sostegno fiscale alle famiglie con detrazioni e deduzioni per i nuovi nati e aiuti alle spese, dai pannolini ai libri: abbiamo un piano da 7,5 miliardi, con solide coperture. Per alcuni anni ci deve essere per cittadini e imprenditori libertà assoluta di realizzare ciò che le leggi consentono senza dover chiedere autorizzazioni, licenze o permessi», in sintesi, uno «choc burocratico».

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