Gli scienziati del MIT sono partiti dal fatto che l’occhio umano è in grado di percepire milioni di colori diversi, ma il numero di categorie che le lingue umane utilizzano per raggruppare questi colori è molto più piccolo. Alcune lingue utilizzano tre categorie di colori, mentre le lingue delle culture industrializzate possono arrivare ad utilizzare fino a 10 o 12 categorie.
Gli studiosi hanno quindi scoperto che le lingue tendono a dividere la parte “calda” dello spettro di colore in parole più colorate, come l’arancio, il giallo e il rosso, rispetto alle regioni più “fredde” tipo il blu e il verde e che – come ha ricordato Edward Gibson , docente del MIT- «in tutte le lingue, le persone preferiscono portare parole di colore nelle parti più calde dello spazio e non le portano nei colori più freschi».
(Video tratto dal canale Youtube del Massachusetts Institute of Technology)