Resta in una situazione di stallo la crisi scoppiata venerdì 9 febbraio al largo di Cipro: la Marina Militare turca ha accerchiato e bloccato una piattaforma petrolifera dell’ENI che, su licenza di Nicosia, si stava dirigendo verso l’area di trivellazione nel Mediterraneo orientale. Durante il suo viaggio a Roma della settimana scorsa, il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aveva espresso la propria contrarietà alle attività di estrazione dell’ENI nel Mediterraneo orientale; oggi, nonostante l’area di trivellazione si trovi in acque territoriali cipriote, Ankara ha ordinato alle sue navi si bloccare la piattaforma.
Domani è previsto l’arrivo di inviati dell’ENI a Cipro; nel frattempo, arrivano le prime reazioni dei Paesi dell’Unione Europea: oltre a richiedere che Ankara rispetti le leggi internazionali e la Sovranità dei vicini nelle loro acque territoriali, da Bruxelles si è fatto notare come la politica turca non sia coerente con quella di un Paese che richiede di aderire all’Unione. Secondo i turchi, invece, dietro l’operazione dell’ENI, ci sarebbe la volontà di Nicosia e di Atene del conflitto sul confine turco-siriano per espandersi nel Mediterraneo orientale.
Oltre che con l’UE, la Turchia, in questo momento, ha anche rapporti tesi con gli Stati Uniti in rapporto al sostegno che Washington sta dando a le milizie curde in Siria: in una nota del Ministero degli Esteri di Ankara, si afferma chiaramente che, al momento, i rapporti con gli USA sono a un minimo storico e che, se non fosse possibile migliorarli, sarebbe meglio interromperli del tutto.
Nel frattempo, l’Unione Europea è anche alle prese con il caso Oxfam, l’Organizzazione Non Governativa travolta da accuse di corruzione e condotte disdicevoli: secondo l’accusa, numerosi operatori della ONG, in Ciad e a Haiti, avrebbero utilizzato i fondi UE per organizzare orgie anziché per soccorrere le popolazioni bisognose. Oggi è caduta la prima testa importante: si tratta di quella della numero due di Oxfam, Penny Lawrence, che ha presentato le proprie dimissioni assumendosi la responsabilità dei mancati controlli.
Le Autorità dell’UE hanno dichiarato che adotteranno una politica di tolleranza zero nei confronti di coloro che utilizzano in maniera fraudolenta le risorse assegnategli da Bruxelles; inoltre, dall’Unione è arrivato l’augurio che la ONG faccia chiarezza il più rapidamente possibile.
In Germania, storico cambio ai vertici dei socialdemocratici: Martin Schulz cede il posto a Andrea Nahles. Classe 1970, già Ministro del Lavoro nella precedente Legislatura, la Nahles è la prima donna a guidare la SPD. Il passo indietro di Schulz è finalizzato ad arginare la perdita di consensi del partito che, alle ultime elezioni, è sceso al suo minimo storico. Una volta alla guida della SPD, la Nahles dovrà guidare il partito nel nuovo Governo di Grande Coalizione con i cristiano-democratici del Cancelliere Angela Merkel.
In Francia, il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha aperto le consultazioni con intellettuali, imam e studiosi di cultura musulmana al fine di formulare la propria proposta di riorganizzazione dell’Islam nel Paese. L’intenzione fondamentale è quella di arginare le influenze di predicatori radicalizzati, trovando un accordo con la comunità islamica in Francia, formando gli imam e integrando maggiormente i musulmani nel tessuto sociale della Repubblica. Il modello da seguire è quello dello Stato laico, dove sia possibile credere come non credere. La proposta verrà presentata solo quando gli incontri preliminari saranno conclusi.
In Italia, a Roma, domani si svolgerà un incontro internazionale per discutere della situazione in Siria ed Iraq dopo la caduta del Califfato: al centro dell’evento ci sarà l’incontro tra i Ministri della Difesa italiano e statunitense, Roberta Pinotti e Jim Mattis. Secondo Mattis, nonostante Daesh abbia perso il controllo del territorio, non si può ancora dire sconfitto. Proprio oggi, da fonti irachene, è arrivata la notizia secondo cui Abu Bakr al-Baghdadi, il califfo, non sarebbe morto ma, ferito, si starebbe curando in Siria.
In Grecia si riuniscono oggi i vertici del partito di Governo Syriza per organizzare la commissione di inchiesta sullo scandalo del colosso farmaceutico Novartis. Secondo l’accusa, Novartis avrebbe corrotto per decenni importanti politici greci al fine di far lievitare i prezzi dei propri prodotti. Il Primo Ministro, Alexis Tsipras, ha dichiarato che la commissione non sarà soddisfatta fino a che non sarà stata fatta luce sull’intera vicenda.
In Croazia, a Zagabria, storico incontro tra i Presidenti croato e serbo, Kolinda Grabar Kitarovic e Aleksandar Vucic: nonostante le visioni sui conflitti del passato restino distanti e tra i due Paesi continui ad esserci alta tensione, i due Presidenti si sono impegnati a costruire rapporti migliori per il futuro e hanno invitato i propri politici a non reagire ad eventuali provocazioni da parte della controparte.