Giornata tesissima in Catalogna. Alla fine l’atteso annuncio di elezioni anticipate da parte del presidente Carles Puigdemont non c’è stato, al termine di una riunione fiume al palazzo della Generalità per delineare la risposta al premier spagnolo Mariano Rajoy.
«Avrei indetto le elezioni se vi fossero state le garanzie, ma queste garanzie – da parte di Madrid – non ci sono», ha dichiarato Puidgemont nel corso di una conferenza stampa. A questo punto «sarà il Parlamento della Generalitat a decidere se proclamare l’indipendenza dopo aver confermato che non convocherà elezioni per non aver ricevuto garanzie dal governo spagnolo» sullo stop al commissariamento della Catalogna. «L’applicazione dell’articolo 155 è abusiva e ingiusta, non accetto le misure che il governo di Madrid ha adottato», ha detto ancora Puidgemont.
Dura e immediata la replica di Madrid. La vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria ha detto al Senato di Madrid che il governo chiede l’attivazione dell’articolo 155 contro la Catalogna per «ristabilire l’esercizio dell’autogoverno catalano in un quadro costituzionale» e «tutelare l’interesse generale della Spagna». Il pacchetto di misure elaborate dal governo di Madrid in applicazione della norma ha in ogni caso come obiettivo «il rispetto dei diritti delle persone, la convivenza e la concordia in Catalogna». ha aggiunto.
Per commissariare l’amministrazione catalana, una volta approvato domani il ricorso all’articolo 155, il governo di Madrid sta pensando di nominare un’apposita commissione, guidata da una personalità catalana dal profilo più tecnico che politico. Lo scrive il quotidiano El Pais. La struttura sarà il volto dell’autorità dello Stato centrale in Catalogna e potrà contare sull’aiuto dei ministeri spagnoli. Nella maggior parte dei dipartimenti locali verrà comunque portata avanti la normale amministrazione.
La polizia catalana dei Mossos d’esquadra ha blindato la zona del parlamento a Barcellona prima dell’inizio della sessione di questo pomeriggio. Gli agenti hanno chiuso il Parco della Cittadella che circonda il palazzo dell’assemblea. È intanto in corso uno sciopero degli studenti per protestare contro l’attivazione dell’articolo 155, e una grande manifestazione pro indipendenza è prevista domani a mezzogiorno.
Le minacce della Corea del Nord di testare una bomba all’idrogeno nelle acque del Pacifico vanno prese «letteralmente». Lo ha dichiarato alla Cnn un alto funzionario della Corea del Nord, Ri Yong Pil, ricordando che la minaccia è arrivata dopo che il presidente Usa Donald Trump ha promesso di «distruggere completamente» Pyongyang in caso di attacco. Ri ha anche smentito che esistano canali diplomatici diretti tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, come invece affermato più volte dal segretario di Stato Usa Rex Tillerson nel corso delle ultime settimane.
In Kenya si sono verificati scontri tra polizia e manifestanti in occasione della ripetizione delle elezioni presidenziali, dopo quelle di agosto annullate a causa di irregolarità. Al momento si contano tre morti. A Kisumu, dove i contestatori hanno acceso fuochi e bloccato strade, ci sono stati anche 25 feriti in scontri con la polizia, ha riferito un medico pubblico della contea, Aloyce Kidiwa, precisando che molte ferite sono da arma da fuoco. Sono stati utilizzati anche gas lacrimogeni. Si segnala un’affluenza molto bassa.
Il Congresso del Brasile ha respinto per la seconda volta in tre mesi la revoca dell’immunità al presidente Michel Temer, denunciato per concorso in associazione per delinquere e ostruzione alla giustizia. I voti a favore dell’impeachment sono stati 157, gli astenuti uno e 14 le assenze in aula. Lontana la maggioranza dei due terzi (342 su un totale di 513) necessaria per autorizzare la sospensione del leader conservatore per 180 giorni e l’avvio del processo davanti alla Corte Suprema del paese.
Dopo un processo di formazione di governo durato sette mesi, il periodo più lungo della storia d’Olanda, il nuovo esecutivo del premier Marke Rutte ha prestato giuramento questa mattina davanti al re Willem-Alexander. Il gabinetto ‘quadripartito’ sarà formato dai liberali di destra del Vvd dello stesso Rutte, dai liberali di sinistra dei D66, dai cristiano democratici del Cda e dai calvinisti dell’Unione Cristiana (Cu), sorretto da una risicata maggioranza (appena 76 seggi su 150) nella seconda camera del parlamento.
Nel Kurdistan iracheno i peshmerga hanno respinto quattro attacchi delle forze armate di Baghdad a nordovest di Mosul. Lo rende noto il Consiglio di sicurezza del governo regionale in una nota. Il documento spiega che gli attacchi sono iniziati questa mattina alle 6 ora locale contro postazioni dei peshmerga da Bardiya e Hamad Agha verso Ain Ouais, da Mosharaf verso Sufaya e da Rabia verso Mahmoudiya.
In Siria almeno otto civili sono morti in un bombardamento del regime nella Ghouta orientale, zona alla periferia della capitale siriana da anni sotto l’assedio delle forze di Damasco. Lo hanno riferito gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all’opposizione con sede in Gran Bretagna. La Ghouta orientale è una delle zone di ‘de-escalation’ concordate da Iran, Turchia e Russia nel corso dei colloqui di Astana.
Primi effetti del riavvicinamento tra Russia e Arabia Saudita culminato con la recente visita del re saudita Salman a Mosca. Il fondo sovrano russo Rdif parteciperà al progetto Neom ed è pronto a investire miliardi di dollari per la città del futuro voluta dal principe ereditario saudita Mohamed bin Salman.
Il Parlamento Europeo ha deciso di assegnare il Premio Sakharov 2017 per la Libertà di pensiero all’opposizione democratica venezuelana. Lo comunica il Ppe. Il Premio è stato assegnato all’Assemblea Nazionale, rappresentata dal presidente Julio Borges, e a tutti i prigionieri politici elencati dal Foro Penal. Dall’inizio dell’anno in Venezuela sono stati uccisi circa 130 oppositori e oltre 500 sono stati messi in carcere.
Articolo aggiornato alle 18:30.