mercoledì, 29 Marzo
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Caporalato: da bracciante a squillo

Puntuale come ogni estate è arrivato (e passato oramai) lo tsunami mediatico intorno al fenomeno del caporalato. Quando ‘ci scappa il morto’ si risveglia la coscienza civile, e il ‘Ghetto’ di Rignano Garganico (Foggia), in particolare, viene preso di mira come fosse il porto turistico dove poter ammirare costernati, fotografare, e se fortunati filmare qualche clip ‘croccante’.
Non ci sarà di che stupirsi se, per assurdo, tra qualche tempo, vedremo comparire appiccicato davanti la ‘hall’ del Ghetto un epitaffio con su scritto: ‘In memoria dei nuovi schiavi del lager’. Sempre che le maestranze riescano a sfollarlo del tutto.

Estate, tempo di villeggianti e villeggiature. Ma anche di spettacoli in salsa horror, ancora meglio se a lieto fine, e con una sfilza di promesse per i titoli di coda. Sono ‘certi umori’ di chi è nato e vive al Sud, dopo la messa in onda della fiction girata sul dolore del Mezzogiorno d’Italia. Rassegnato da tempo al suo destino. Avvilito e umiliato dagli scopi improbabili di una propaganda. ‘A tempo’, però. Una propaganda che fa scambiare per programmata ‘caccia alle streghe’ l’attività di contrasto a inossidabili fenomeni malavitosi, e mafiosi, condotta dalle Forze dell’Ordine. Questa volta, invece, fatta per tutto l’anno. Ogni anno. Da troppi anni.

Eppure esiste una parte sana della società civile meridionale, meno conosciuta, più silente, e discreta, che negli ultimi 10 anni, stando agli esiti di cronaca giudiziaria, si è battuta contro la tratta dei nuovidesaparecidos’ attraverso il mondo dell’associazionismo e del volontariato, coordinato dalle parte sociali di ogni sigla, e il supporto del mondo istituzionale.

ASSOCIAZIONISMO PUGLIA

È entrato a pieno regime, ad esempio, il Laboratorio di Legalità Francesco Marcone, intitolato al direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, ammazzato dalla Società foggiana, il 31 marzo del 1995 perché ‘colpevole di onestà’. Inaugurato il 17 settembre scorso, nella sua sede all’aperto in agro di Cerignola (FG), il laboratorio si estende lungo alcuni terreni confiscati alla mafia dati in affidamento dal 2010 alla cooperativa sociale Pietra di Scarto. Così, dal fondo agricolo si produrranno articoli alimentari commercializzati con il marchio Libera, Associazione contro tutte le mafie.

Francesco Marcone

Un particolare slancio di solidarietà ci arriva dal racconto di una giovane donna polacca strappata al suo destino di schiava da una famiglia pugliese. Anche questa volta ne esce un ritratto dove la realtà supera quella ‘fiction’ stampata nell’immaginario collettivo. Quasi la mente dell’uditore si rifiutasse di accettare la realtà trasmessa, e comunicata con lucida e gelida consapevolezza da chi porta, ancora oggi, i segni di maltrattamenti di spedizioni punitive: fisiche e morali.

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