Le attività terroristiche del gruppo islamista nigeriano Boko Haram sono sensibilmente diminuite in Camerun, vittima dal 2014 di atroci attentati e attacchi a vari città e villaggi ai confini della Nigeria. L’area era diventata anche una prolifera fonte di reclutamento per il gruppo islamista affiliato al Daesh che combatte l’influenza occidentale cercando di imporre uno Stato Islamico in Nigeria, Camerun, Ciad e Niger. Dal 2014 ad oggi Boko Haram è stato responsabile di 2000 vittime tra civili e soldati camerunesi e del rapimento di 1000 persone.
Nel 2015, Benin, Camerun, Ciad, Niger e Nigeria hanno unito gli sforzi creando una coalizione militare contro Boko Haram denominata Multinational Joint Task Force – MJTF, composta da reparti dei rispettivi eserciti (escluso il Benin che offre solo supporto politico), da milizie locali e dai mercenari della STTEP Specialised Tasks, Training, Equipment and Protection International (Compiti Speciali, Formazione, Attrezzature e Protezione Internazionale) una compagnia di mercenari fondata nel 2006 a Gibilterra da Eeben Barlow, padrone anche della famosa compagnia di mercenari sudafricana Executive Outcomes. La STTEP è stata ingaggiata dal Governo nigeriano nel 2015 per formare i soldati nelle tecniche anti terroristiche. La formazione si è estesa anche alla MJTF.
Boko Haram, oltre a godere del supporto del DAESH, dal marzo 2015 è entrata a far parte del network terroristico regionale Wilayat Gharb Afriqiya, strettamente controllato dal Daesh, che ha come obiettivo quello di creare un califfato islamico nell’Africa Occidentale. Dal 2016 questo network terroristico è sotto il diretto comando di Abu Mus’ab Habeeb Bin Muhammad Bin Yusuf al-Barnawi, leader supremo del Daesh, per il quale si sospettano forti legami con la CIA e i servizi segreti occidentali. Nel novembre 2016, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, affermò di avere le prove .della connivenza tra la CIA e il Daesh
Messaggi diplomatici americani intercettati da Wikileaks dimostrerebbero che i servizi segreti americani, in collaborazione con l’Arabia Saudita e Israele, abbiano creato Al Qaeda e successivamente il Daesh, fornendo segretamente a queste due organizzazioni milioni di dollari, a partire dal 1979, per contrastare l’Unione Sovietica in Afganistan. Ora i due gruppi sarebbero utilizzati per contrastare la Russia in Siria e per creare instabilità nel Medio Oriente e in Africa. Il supporto americano al Daesh in Siria in chiave anti Russia, è stato rivelato anche dal prestigioso quotidiano britannico ‘The Guardian’.
A parlare dei successi riportati contro Boko Haram non è il Governo camerunese, ma la prestigiosa associazione americana International Crisis Group – ICG. «L’intensità del conflitto contro Boko Haram nelle regioni nord est del Camerun è sensibilmente diminuita nonostante la minaccia rimanga. Questo grazie ad una strategia di lungo termine che, oltre a combattere Boko Haram, mira a recuperare i miliziani che si arrendono o che disertano e a rinforzare gruppi di auto difesa popolari assistiti dall’Esercito», scrive ICG in una nota di giovedì 9 agosto.
Dall’ottobre 2017 il Governo camerunese ha varato una politica di ‘perdono’ rivolta verso i disertori di Boko Haram che prevede il reinserimento nel tessuto socio-economico e la protezione dei ‘pentiti’ dalla vendetta del gruppo terroristico. Questa politica ha portato alla diserzione di 200 terroristi reclutati in Camerun tra il 2014 e il 2015.
Sempre nell’ottobre del 2017 sono stati creati dei gruppi di auto-difesa popolare che coinvolgono 14.000 civili armati e addestrati dall’Esercito denominati: ‘vigilantes’ che hanno il compito di proteggere i propri villaggi e fornire preziose informazioni ai servizi segreti, Esercito e Polizia. Questi gruppi di auto-difesa popolare rischiano, però, di essere utilizzati come milizie paramilitari nella repressione del movimento indipendentistico della Repubblica della Ambazonia.
I servizi segreti e l’Esercito del Camerun sono riusciti anche a bloccare le influenze occidentali a favore di Boko Haram, in special modo quelle francesi. Nel luglio 2015 un elicottero francese fu intercettato nel nord del Paese, vicino alla frontiera con la Nigeria, dopo aver depositato al suolo armi, munizioni e un sostanzioso quantitativo di dollari. Secondo la ricostruzione offerta dai media camerunesi la popolazione aveva avvisato la vicina caserma dopo aver rubato dei soldi e forse anche delle armi. Nei paraggi l’Esercito camerunese intercettò una colonna di Boko Haram che stava giungendo con forte ritardo sul luogo dove le armi e il denaro erano stati depositati.
Nello stesso periodo al porto di Douala fu confiscato un container di armi da guerra proveniente dalla Francia con destinazione oltre il confine nigeriano. Il container era inizialmente passato inosservato grazie alla complicità di alcuni ufficiali di dogana che sono stati immediatamente arrestati.
Due settimane dopo aver intercettato alla frontiera le armi francesi destinate a Boko Haram, sempre a Douala, due cittadini francesi furono arrestati dai reparti speciali anti terrorismo dopo essere stati sorpresi con degli esplosivi ad alto potenziale distruttivo. Un terzo riuscì a fuggire. Le autorità camerunesi dopo aver interrogato i due cittadini francesi in custodia, hanno sostenuto che appartenessero ai servizi segreti francesi. L’Eliseo non commentò al riguardo e le notizie non furono riprese dalla stampa francese, nonostante le foto di uno dei due presunti agenti segreti arrestati scattate al momento dell’arresto e pubblicate sui media nazionali e su internet.
L’intercettazione delle armi francesi destinate al gruppo terroristico sono un’altra prova del doppio gioco delle potenze occidentali con il fenomeno del terrorismo islamico di cui esiste ampia documentazione dei rapporti tra i servizi segreti europei e americani con Al Qaeda e il Daesh. “I gruppi terroristici come Al Qaeda e il Islamic State (ISIS) sono un prodotto Made in USA, uno strumento di terrore designato a dividere e controllare il Medio Oriente ricco di petrolio e a contrastare la crescente influenza dell’Iran nella regione.” Afferma la prestigiosa associazione Global Research in una dettagliata denuncia pubblicata nel settembre 2014: ‘L’America ha creato Al Qaeda e il ISIS’.
Le misure prese dal Governo camerunese contro la Francia e il suo supporto a Boko Haram si inseriscono nella crisi tra i due Paesi. Dal 2014 i rapporti tra Parigi e il dittatore Paul Biya sono deteriorati e ora l’ex pupillo della FranceAfrique è costretto a farsi proteggere personalmente da esperti militari israeliani.
Lo scorso gennaio, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari, assieme ad altri membri del Consiglio di Sicurezza e Pace dell’Unione Africana, ha tracciato, durante un meeting speciale svoltosi ad Addis Abeba, la strategia regionale per combattere Boko Haram e altri gruppi terroristici che operano in Somalia, Sud Sudan, Libia, Mali, Guinea Bissau, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo. Il Presidente Buhari ha riconosciuto che la sola riposta militare e il rafforzamento delle misure repressive non possono sconfiggere Boko Haram e il terrorismo islamico in generale se non vengono accompagnate da un approccio multi settoriale di buon governo, sviluppo, creazione di opportunità di lavoro per i giovani
L’Unione Africana sta lavorando per rafforzare le proprie misure contro il terrorismo islamico in Africa, puntando sul rafforzamento delle proprie forze di pace -MJTF e ECOMOG in Africa Occidentale e AMISOM in Somalia- proponendo misure di sviluppo economico occupazionale e una diplomazia preventiva che promuova la pace, la sicurezza e la stabilità.
Successi a parte, le Forze Armate e la Polizia del Camerun sono sotto accusa per aver commesso gravi violazioni dei diritti umani nelle zone di azione di Boko Haram.
Amnesty International, infatti, qualche settimana fa denunciato il Governo del Camerun per crimini contro l’umanità commessi dall’Esercito nella regione Far North (estremo nord). La denuncia è supportata da un video dove si vedono soldati camerunesi abbattere donne e bambini accusati di collaborare con il gruppo terrorista salafista Boko Haram.
«L’attenta analisi dei dialoghi tra soldati, delle loro armi e delle divise portano alla conclusione che gli individui che hanno attuato queste esecuzioni extra giudiziarie appartengano all’Esercito regolare del Camerun», affermano gli esperti di Amnesty International dopo l’analisi del video. «Possiamo affermare che il video è autentico e rappresenta una prova imparziale del crimine commesso. L’esecuzione extra giudiziaria eseguita a sangue freddo contro donne e bambini inerti deve costringere il Governo di Yaoundé ad autorizzare una seria indagine indipendente per portare alla giustizia i colpevoli» , ha detto Samira Daoud, Vice Direttore di Amnesty per l’Africa Occidentale. Il Governo di Yaoundé ha negato ogni coinvolgimento delle proprie Forze Armate in questo crimine affermando in un primo momento che il video era un falso. Successivamente ha tentato di addossare la colpa ai reparti dell’esercito ciadiano inseriti nella forza multinazionale africana. Lo scorso 19 luglio sono stati arrestati 4 soldati sospettati dell’eccidio.
La violazione dei diritti umani e crimini di guerra commessi durante la lotta contro il terrorismo islamico in Africa non è una esclusiva del Camerun. Martedì 14 agosto il Presidente ad interim della Nigeria, Yemi Osinbajo, ha ordinato all’Ispettore Generale della Polizia di aprire una inchiesta sulle attività della Special Anti-Robbery Squad (SARS), una unità speciale contro la criminalità organizzata e il terrorismo. L’ordine è giunto a seguito di numerose denunce di gravi violazioni dei diritti umani compiuti dai poliziotti della SARS. Il Governo ha promesso il massimo rigore nella punizione degli eventuali colpevoli e di risarcire le vittime degli abusi.
Se la minaccia di Boko Haram sembra affievolirsi, nelle province anglofone sta sorgendo la problematica dell’indipendenza dalle province francofone del Paese. Dopo 2 anni di repressione che non ha sfiancato gli indipendentisti, il Governo ora parla apertamente di guerra civile, affermando che i secessionisti dell’Ambazonia sono un grave pericolo per la Nazione, peggio di Boko Haram. In questo scenario di instabilità politica e militare il dittatore Paul Biya si appresta ad un nuovo mandato presidenziale, annunciando la sua candidatura alle elezioni previste per il prossimo ottobre.