martedì, 21 Marzo
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Burundi: Evariste Ndayishimiye, strategie di potere

La strategia del ‘Signore della Guerra’ Pierre Nkurunziza rappresenta l’asso della manica per permettere la sopravvivenza del regime. Il dittatore si ritira dalla scena politica nazionalecon una pensione dorata e sopratutto con l’immunità totale per i crimini commessi. Un delfino viene scelto a succedergli: Evariste Ndayishimiye, segretario generale del partito. Un falco del HutuPower che deve incarnare il ruolo di politico moderato per il tempo necessario a diventare Presidente e convincere l’Unione Europea a togliere le sanzioni economiche che stanno strangolando il Paese. L’obiettivo di questa strategia è di mantenere inalterato il controllo sul Paese, offrendo l’impressione alla Comunità Internazionale che il regime abbia rispettato le regole democratiche non permettendo a Nkurunziza di accedere al quarto mandato presidenziale.

La nomina di Evariste Ndayishimiye nasconde un braccio di ferro tra il dittatore e i generali della ex guerriglia hutu FDD – Forze per la Difesa della Democrazia (ala armata del Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia CNDD) che ora occupano importanti posti presso lo Stato Maggiore di quello che rimane dell’Esercito burundese.
Questi
generali, guidati da Silas Ntigurirwa, un mese fa avevano chiarito a Nkurunziza la loro determinata opposizione ad un quarto mandato, costringendolo a scegliere un delfino. Scartata sul nascere la proposta di candidare la consorte, Denise Nkurunziza, la scelta del dittatore era ricaduta suPascal Nyabenda, Presidente dell’Assemblea Nazionale. Non avendo partecipato alla guerriglia durante gli anni di guerra civile, ed essendo dotato di pragmatismo politico, Nyabenda rappresentava per Nkurunziza la miglior tutela personale.
I
generali del ex FDD si sono opposti ferocemente alla nomina di Nyabenda, minacciando un golpe contro il dittatore.
Nelle riunioni del Politburo del CNDD-FDD, che hanno preceduto il congresso straordinario a Gitega del 25 e 26 gennaio, i
generali hanno fatto riemergere gli scheletri del regime, accusando Nkurunziza di voler ripetere gli inganni del 2010 che portarono al mancato rispetto degli accordi interni del movimento armato, giunto al potere non grazie ad una vittoria militare, ma ad una pace pilotata da gruppi di interesse francesi,sudafricani e di altre nazionalità interni (o forse solo più nell’orbita) alla Chiesa Cattolica, propensi a favorire la carica di Capo di Stato offerta ad un criminale di guerra nel 2005 senza elezioni.

Nonostante la evidente natura criminale di Nkurunziza, questo sostegno, ora sotterraneo ma non per questo meno tenace ed efficace, fu e continua essere giustificato con la scelta del male minore. Infatti, questi gruppi di interesse sono tutt’ora convinti che l’attuale regime razialnazista sia preferibile al fantomatico ritorno dei tutsi al potere, impedendo di fatto processo democratico, stabilità, pace e sviluppo economico in Burundi.
Un pensiero aberrante che si lega a vecchie politiche di controllo post
coloniale, responsabili del regime ruandese di Juvenal Habyarimana , del genocidio in Rwanda del 1994, della guerra civile in Burundi e di oltre un ventennio di instabilità nella Regione dei Grandi Laghi. Gli stessi gruppi di interesse hanno continuato a sostenere il gruppo terroristico ruandese FDLR arrivando, nel 2013, a proporre al governo di Kigali di riconoscere i responsabili del genocidio come legittimi interlocutori politici, aprendo negoziati di pace e inserendoli in un governo di unità nazionale. Proposta rifiutata con sdegno dal Presidente Paul Kagame.

Nel periodo preelettorale del 2010, all’interno del regime si erano presi accordi per il passaggio del testimone tra Pierre Nkurunziza e il Presidente del CNDD-FDD, Hussein Radjabu. Accordi non rispettati da Nkurunziza, che fece arrestare Radjabu accusandolo di complottare contro la Repubblica e di aver tentato un colpo di Stato. A distanza di 10 anni dagli avvenimenti, i generali hanno chiarito al dittatore che non avrebbero accettato di sottomettersi ai machiavellici intrighi di Nkurunziza per continuare a mantenere il potere.

Il generale Silas Ntigurirwa, portavoce del gruppo dei generali, si è scontrato direttamente con Nkurunziza, opponendosi ferocemente alla nomina di Pascal Nyabenda. Ntigurirwa ha rifiutato la proposta di Ambasciatore in Cina, fatta dal dittatore con l’evidente obiettivo di allontanare il pericoloso dissidente. Ntigurirwa avrebbe minacciato Nkurunziza di destituirlo con la forza qualora Nyabenda fosse stato nominato come successore alla Presidenza.

È la prima volta, dalla crisi politica iniziata nel 2015, che l’ala militare del CNDD-FDD manifesta apertamente il suo dissenso verso la Guida Suprema. I generali ex guerriglieri hanno subito la volontà di Nkurunziza in cambio di favori e denaro. Dietro la maschera dell’ideologia genocidaria HutuPower e dell’identità etnica, il CNDD-FDD è un gruppo mafioso di interessi economici. Una volta giunto al potere, nel 2005, grazie ad accordi di pace abilmente pilotati a loro favore da lobby politiche e cristiane africane ed europee, il CNDD-FDD ha occupato i punti nevralgici dell’economia nazionale, appropriandosi delle risorse statali e private come forma di compenso per il decennio passato alla macchia durante la guerra civile.

Pierre Nkurunziza, Evariste Ndayishimiye, Pascal Nyabenda, il generale Silas Ntigurirwa, il fu generale Adolphe Nshimirimana (ucciso da Nkurunziza nell’agosto 2015), Alain-Guillaume Bunyoni, Willy Nyamitwe, Ezéchiel Nibigira, Eric Nshimirimana  e altri quadri politici e militari meno noti, sono uniti non dall’ideologia, ma dallaspartizione economica del Paese, creando di fatto un sistema mafioso su modello del clan Ikuzi ruandese dell’era Habyarimana.

Come fu per il MRNDD (Movimento Repubblicano Nazionale per la Democrazia e lo Sviluppo) il CNDD-FDD non è altro che un insieme di gruppi di interessi rappresentanti le varie famiglie delle colline’, che sfruttano l’ideologia della rivoluzione contadina hutu e il riscatto daldominio dell’aristocrazia tutsi, come oppio per le masse popolari semianalfabete, per arricchirsicondannando il Paese alla povertà e allo sottosviluppo.

La milizia paramilitare Imbonerakure, prima di essere uno strumento per attuare un eventuale genocidio, è uno strumento di difesa del clan hutu dominante all’interno del CNDD-FDD (ilclan di Ngozi, rappresentato dalla Famiglia Nkurunziza), come furono le milizie paramilitari Interahamwe e Impuzamugambi in Rwanda negli anni Novanta, che nel 2000 formarono il gruppo terroristico FDLR, che ora detiene una enorme influenza militare e politica in Burundi.  

Gli stessi sostenitori del regime razialnazista di Habyarimana e dei terroristi FDLR sono i padrini del regime burundese: il Sudafrica, la Tanzania, la Francia e le frange della Chiesa Cattolica.
Identica tendenza a instaurare una monarchia razziale si riscontra in Pierre Nkurunziza in Burundi e nel fu Juvenal Habyarimana in Rwanda.Il sistema mafioso burundese, come fu per quello ruandese, calza a pennello con la criminalità organizzata internazionale creando un naturale connubio di interessi.
Di fatto
in Burundi si stanno concentrando gli sforzi di organizzazioni criminali occidentali intente a riciclare oro dal Congo e denaro della malavita occidentale tramite lororappresentantiin loco.

Fin quando giravano i soldi degli aiuti occidentali (2005 – 2015) i vari gruppi di interesse che compongono il CNDD-FDD hanno messo in secondo piano le loro profonde divergenze per arricchirsi tutti insieme. Ora queste divergenze riemergono con tutto il loro potenziale di caos, violenza e guerra civile, in quanto la torta da spartire è sensibilmente diminuita e l’auto proclamatosi Monarca Hutu, Nkurunziza,non distribuisce più generose fette agli associati.
I
generali ex guerriglieri hanno imposto la candidatura di Evariste Ndayishimiye a scapito di Pascal Nyabenda in quanto miglior rappresentante dei loro interessi economici.

Il consenso creatosi attorno a Ndayishimiye ruota sulla necessità dei generali, e dei vari clan hutu del CNDD-FDD, di contrapporsi alla Guida Suprema, accusato di avarizia e cupidigia in quanto non spartisce più le ricchezze in questo difficile momento di crisi economica e isolamento politico internazionale. Inoltre, Evariste non compare nelle inchieste sui crimini contro l’umanità della Corte Penale Internazionale e nella lista di autorità burundesi sanzionate dagli Stati Uniti e Unione Europea.

Pascal Nyabenda, comprendendo che i rapporti di forza vertevano verso i Generali, si è praticamente defilato, lasciando a Nkurunziza la scelta obbligatoria di nominare Evariste Ndayishimiye suo successore.
Come mossa preventiva e di salvaguardia personale,
il dittatore si è fatto nominare Guida del Patriottismo’ dal Consiglio dei Ministri il 22 gennaio, un giorno dopo aver ricevuto 530.000 dollari di buona uscita, proprietà immobiliari e garanzie di immunità con legge speciale ad personam del Parlamento sotto indicazione dei Generali ex guerriglieri.
La Guida del Patriottismo non è una nomina simbolica e grottesca, degna di un regime anacronistico basato su interessi mafiosi, estremismo razziale e fanatismo religioso. Al contrario, questa nomina offre a Nkurunziza la prerogativa di mantenere il controllo sul CNDD-FDD e forze armate.
Gli conferisce il potere di veto su tutte le decisioni del Parlamento e del futuro Presidente, con il chiaro obiettivo di trasformare Evariste Ndayishimiye in un semplice Vice Re con potere limitati.

Una nomina destinata a creare una pericolosa dualità di potere nel bel mezzo di una crisi economica insanabile e senza prospettive di uscita. Re e Vice Re, rappresentanti di due gruppi di interessi ormai contrapposti, si stanno ora studiando e stanno muovendo le loro pedine per un eventuale scontro che dal piano politico ha alte probabilità di passare a quello militare. Evariste ha dalla sua i reparti lealisti dell’Esercito, i generali e parte dei Bagunyabanga (gli ex miliziani del FDD); mentre Nkurunziza ha parte della Polizia, parte dei Bagunyabanga e le Imbonerakure. I terroristi ruandesi delle FDLR appoggiano la fazione del generale Alain-Guillaume Bunyoni, che al momento sembra non voler prendere posizione, assumendo il ruolo di ago della bilancia.

Questa pericolosa situazione, innescatasi a tre mesi dall’inizio del processo elettorale, è fonte di ulteriore allarme e preoccupazione delle diplomazie occidentali, che stanno esaminando il rischio di una guerra civile tra hutu. Una guerra che favorirebbe il processo di liberazione del Paese da parte dei RED Tabara e FOREBU, presenti in forze in Burundi e in tattica attesa imposta dai loro padrini congolesi e ruandesi.

Malgrado i tentativi e le mosse occulte di Francia e delle fazioni HutuPower all’interno del Vaticano, Unione Europea e Stati Uniti continuano a considerare il regime come un pericoloso elemento di forte instabilità regionale, mantenendo su di lui forte pressione e privando il CNDD-FDD dei vitali finanziamenti occidentali. Russia e Cina si sono dimostrati assai avari nel finanziare il regime, mentre l’Arabia Saudita elargisce qualche manciata di milioni in cambio di schiavi.

La nomina a Guida del Patriottismo e i correlati poteri viene già messa in discussione da Evariste Ndayishimiye e dai generali ex guerriglieri, intenzionati ora a prendere il controllo del partito e del Paese. Ndayishimiye ha intrapreso una serie di contatti con vari Capi di Stato africaniconsiderandosi già Presidente della Repubblica e promettendo fantomatiche aperturedemocratiche’ e il disgelo con il Rwanda. Simile ingannevole messaggio è diffuso all’interno della Unione Europea dalle correnti filo regime della Chiesa Cattolica. L’obiettivo è di presentare un regime capace di democratizzarsi al suo interno e, quindi, degno di aiuti finanziari e supporto politico. Secondo le notizie ricevute da ambienti diplomatici, nonostante questa tattica la maggioranza dei Paesi europei rimane scettica verso cambiamenti all’interno del CNDD-FDD e non disposta a rimuovere le sanzioni economiche.

Giovedì 30 novembre Pierre Nkurunziza ha voluto lanciare un messaggio a Evariste e ai generali, in occasione del 29simo anniversario della Carta dell’Unità Nazionale, dove la popolazione è stata costretta a partecipare sotto minaccia armata delle Imbonerakure.

Il dittatore si è proclamato promotore dell’unità tra hutu e tutsi, paragonandosi al principe Louis Rwagasore, al re Ntare V Charles Ndizeye, al Presidente Cyprien Ntaryamira (sacrificato assieme a Juvenal Habyriamana dagli estremisti il 6 aprile 1994 per poter lanciare il genocidio). Tutti personaggi che hanno dato un forte contributo all’unificazione etnica del Burundi.

Nel discorso Nkurunziza ha inserito nella lista degli eroi della Patria anche l’ex Presidente Melchior Ndadaye. Un inserimento assai forzato, visto che Ndadaye fin dal primo giorno del suo mandato presidenziale promosse la politica di superiorità razziale, creando profonde divisioni tra la società burundese e le basi per un genocidio. Il suo assassinio, da parte di ufficiali tutsi dell’Esercito, fu deciso proprio per evitare un Olocausto, che aveva molte probabilità di essere attuato in contemporanea con quello ruandese nel 1994. Curiosamente il dittatore non nomina l’ex Presidente tutsi Pierre Buyoya, ideatore e artigiano della Carta dell’Unità…

Durante il discorso commemorativo Nkurunziza ha ricordato la necessità di rafforzare l’unità del partito e della popolazione per fronteggiare i nemici interni sia africani (Rwanda) sia occidentali (Unione Europea). Una unità nazionale che dovrebbe ripristinare l’armonia e la coabitazione pacifica tra hutu e tutsi del periodo precoloniale. Per l’occasione il dittatore ha ricordato che ben note potenze occidentali stanno tramando contro l’unità, la pace e la democrazia in Burundi attraverso una nuova campagna di menzogne e accuse infondate di massacri di massa e creazione progressiva di un Paese mono-etnico e HutuPower.
Riferimento esplicito alla recente condanna dell’Unione Europea per i crimini e le violazioni dei diritti umani commessi negli ultimi mesi, e dettagliatamente elencati nel ultimo rapporto di Human Right Watch. Il rapporto evidenzia una sistematica campagna di sterminio contro i membri del Congresso Nazionale per la Libertà
CNL guidato da Agathon Rwasa, la preoccupante ascesa al potere della milizia genocidaria Imbonerakure e omicidi etnici attuati in certe province che hanno colpito la minoranza tutsi.

«Queste accuse sono del tutto inventate e fanno parte della congiura dell’Occidente contro il Burundi. Questi tentativi di destabilizzazione non avranno alcun effetto e sono destinati a fallire» fa eco al dittatore l’Ambasciatore Willy Nyamitwe, che nel 2017 fu vittima di un fallito attentato ordinato da Nkurunziza. Dal luglio 2019 Willy è ritornato nelle grazie del dittatore, in quanto coinvolto in una grossa operazione di riciclaggio di denaro tra il regime di Gitega e organizzazioni criminali europee, secondo le nostre fonti che riteniamo attendibili, per quanto non abbiano ancora deciso di esibire le prove documentali.

Oltre a risolvere i dissidi interni e il nascente conflitto con Nkurunziza, Evariste Ndayishimiye e i generali si vedono impegnati a organizzare elezioni accettabili, al fine di conquistare credibilità a livello internazionale, rafforzando l’opera diplomatica lanciata da alcune frange della Chiesa Cattolica, tesa a riabilitare il regime presso l’Unione Europea per riattivare aiuti umanitari e supporto finanziario. Purtroppo le ultime decisioni organizzative per assicurarsi una vittoria elettorale vanno nel senso opposto.

Il Sindaco di Bujumbura Feddy Mbonimpa, durante la recente riunione con la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, ha imposto l’automatica esclusione dalla competizione elettorale di tutti i candidati e partiti dell’opposizione che non accettino di creare un comitato misto di sicurezza nel contesto del quale le Imbonerakure avrebbero il compito di controllare se i programmi politici dei vari partiti siano in linea con l’unità e la stabilità del Burundi. La proposta sembra essere stata accettata e dovrebbe essere applicata a breve termine. Il controllo sui partiti dell’opposizione, addirittura affidato ad una milizia paramilitare, evidenzia il carattere dittatoriale del imminente appuntamento elettorale destinato a trasformarsi in una farsa.

L’opposizione in esilio ha fortemente criticato il tentativo di controllare i vari partiti burundesi per piegarli alla volontà del regime. Tra le critiche più aspre vi è quella Mouvement International de la Jeunesse Burundaise.«L’appuntamento del 20 maggio si sta trasformando in una nuova mascherata elettoraledestinata ad aggravare il frazionamento e la conflittualità della società burundese già traumatizzata e brutalizzata dalla crisi politica, dall’insicurezza, gli arresti abusivi, le sparizioni forzate, l’ingiustizia, la corruzione generalizzata, la povertà. L’organizzazione delle elezioni del prossimo maggio è modellata sull’esempio del referendum costituzionale farsa del 2018. È una messa in scena a vantaggio del regime che aggrava la crisi costituzionale, politica e di sicurezza sorta nel 2015», ha dichiarato Inarukundo Carène Kelly, portavoce del MIJB in un recente comunicato.

Sul fronte militare le ingenti forze ribelli del RED Tabara e FOREBU continuano a controllare i territori nord del Paese al confine con il Rwandasenza che il governi osi attaccarli. L’Esercito Repubblicano del Burundi sarebbe pronto a lanciare l’offensiva finale, ma rimane in attesa dell’ordine che dovrebbe giungere dal Presidente ruandese, Paul Kagame. Giunge notizia di una offensiva militare lanciata dai reparti lealisti dell’esercito burundese e milizie Imbonerakure in territorio congolese. Questi reparti avrebbe oltrepassato la frontiera illegalmente per unirsi alle unità dei terroristi ruandesi FDLR e ai miliziani Banyamulenge di Gumino de Nyamusaraba Shyaka per contrastare il raggruppamento di reparti dei RED Tabara nella piana della Rusizi, distretto di Uvira, Sud Kivu.

L’intelligence burundese pensa che questi reparti di ribelli stessero prendendo posizione vicino al confine con il Burundi per lanciare un’offensiva su Bujumbura. Le nostri fonti segnalano aspri combattimenti tra le forze burundesi e i loro alleati FDRL contro i reparti del RED Tabara, l’Esercito congolese FARD e unità speciali dell’Esercito ruandese presso la piana della Rusizi e le montagne di Kito. Combattimenti confermati dalla popolazione locale, ma non ufficializzati dai governi di Gitega, Kinshasa e Kigali, che aggravano la guerra segreta lanciata dai Presidenti Felix Tshisekedi e Paul Kagame con l’Operazione Corridoio Est.

Al momento oltre a Evariste Ndayishimiye si sono iscritti presso la CENI altri 5 candidati tra cui Gaston Sindimwo, Presidente del Umugambwe w’Abatasigana (UPRONA Unione per il Progresso Nazionale), fondato dal Principe Louis Rwagasore e dal 2005 trasformato in un partito satellite del CNDD-FDD, proprio da Sindimwo dietro ingenti compensi personali. Tra i candidati vi è anche Nahimana Dieudonné, un pastore protestante di un piccola chiesa a Bujumbura pressochè sconosciuto.
In quelle che dovrebbero essere elezioni democratiche e credibili,
Evariste e il CNDD-FDD stanno sistematicamente escludendo gli oppositori di calibro, permettendo a politici corrotti e a personaggi sconosciuti di iscriversi alla candidatura alla Presidenza. Al momento attuale nessuna notizia è pervenuta sulla candidatura del vero oppositore e pericolo del regime,Agathon Rwasa, del CNL il secondo partito Hutu del Burundi.

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