martedì, 21 Marzo
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Burundi: CNDD e la strategia del ‘fatto compiuto’ per mantenere il potere

In Burundi, dopo la fuga di notizie sui dati provvisori rilevati dallo spoglio dei voti del 48% dei seggi nazionali, il regime sta tentando di imporre a tutti i costi la vittoria del suo candidato: il generale Evariste Ndayishimiye. Il regime ha deciso di adottare la strategia del ‘Fatto Compiuto proposta dal dittatore e Signore della Guerra Pierre Nkurunziza. La strategia si basa su decisioni rapide per evitare una seria analisi dei risultati elettorali e sottrarre il tempo all’opposizione impedendole di organizzarsi.
La proclamazione della vittoria deve essere immediata, così come le mosse per evitare eventuali proteste popolari. Qualora l’opposizione scegliesse di non accettare il falso verdetto delle urne, creato ad hoc dal regime, la repressione deve scattare immediatamente.

Le prime fasi della strategia del ‘fatto compiuto’ sono state già attuate. La Commissione Elettorale (CENI) è stata di fatto privata dell’autorità di analizzare i Processi Verbali provenienti dai seggi elettorali che danno una netta vittoria al partito di opposizione CNL, nelle elezioni legislative e comunali e una percentuale del 62% al suo leader, candidato alla Presidenza, Agathon Rwasa.

Dopo la defezione dei suoi ufficiali periferici, la CENI è ora obbligata a riscrivere tutti i Processi Verbali, alterando i dati per offrire una schiacciante vittoria al generale Evariste. I dati sono riscritti seguendo le indicazioni dei capi del partito al potere, il CNDD-FDD, e della milizia paramilitare Imbonerakure. Le operazioni di falsificazioni sono iniziate venerdì 23 maggio e hanno riguardato le elezioni comunali.

Nella fretta di sfornare i dati artefatti, si è notato che il numero di votanti dichiarato nei dati delle comunali supera di 1,3 milioni il numero di elettori iscritti nelle liste elettorali. Il grossolano errore ha una spiegazione logica. Il regime, nel dettare alla CENI le revisioni dei PV, sta utilizzando i dati delle precedenti elezioni del 2015. Elezioni anch’esse farsa, svoltesi dopo i massacri generalizzati della popolazione che era scesa in piazza per protestare contro la candidatura del dittatore Nkurunziza, intenzionato ad accedere al terzo mandato presidenziale.

La differenza tra il numero di elettori tra la lista elettorale del 2015 e quella odierna è dovuta dalla presenza all’epoca di cittadini burundesi che sono stati costretti a diventare rifugiati all’estero per sfuggire alle violenze del regime, o, più semplicemente, sono stati eliminati dalla milizia paramilitare Imbonerakure e dai terroristi ruandesi FDLR, incaricati dal 2016 di una spietata repressione che avrebbe fatto oltre 15.000 vittime secondo l’opposizione burundese. Il dato ufficiale delle Nazioni Unite parla di 1.200 vittime. Dato messo in seria discussione, poiché riguardava i primi dati delle vittime della repressione delle proteste popolari avvenute tra l’aprile e il giugno 2015, successivamente rimasto inalterato per ragioni sconosciute.

Secondo il calendario previsto dalla stessa CENI, la raccolta da parte della sede centrale della Commissione Elettorale di tutti i Processi Verbali dei seggi nazionali doveva terminare il 24 maggio. L’analisi dei Processi Verbali e la pubblicazione dei dati provvisori dovevano terminare il 26 maggio. Il giorno successivo i dati elettorali dovevano essere trasmessi alla Corte Costituzionale per la loro convalida. Dal 27 al 28 i candidati potevano fare ricorso. L’esito definitivo delle elezioni (convalidato dalla Corte Costituzionale) doveva essere pubblicato il 28 maggio.

La fase di frodi elettorali postume alle elezioni non starebbe andando come previsto. Fontiriservate informano che la CENI non sarebbe in grado di riscrivere tutti i PV giunti dai seggi riguardanti le elezioni Presidenziali e legislative. Al momento l’operazione riguarda solo le elezioni comunali, dove viene fatto figurare una vittoria del CNDD-FDD con oltre il 80% dei consensi. In considerazione delle difficoltà riscontrate nel falsificare tutti i Processi Vercali, il calendario della CENI è stato stravolto.

Il regime ha ordinato alla CENI di pubblicare i dati provvisori di tutte e tre le elezioni il 26 maggio. La vittoria del generale Evariste deve essere garantita in stile bulgaro con oltre l’80%dei (finti) consensi. Fonti interne affermano che la Corte Costituzionale validerà di ufficio la decisione del regime. L’eventuale richiesta da parte dell’opposizione di ricontare i voti non potrà essere esaudita, nemmeno su pressione internazionale, in quanto la maggioranza dei Processi Verbali non sarebbero più disponibili, secondo le informazioni ricevute. La CENI avrebbe abbandonato il difficile compito di ricostruire tutti i Processi Verbali assegnando percentuali immaginari al CNDD-FDD e al generale Evariste e i Processi Verbali originali sarebbero stati nascosti o distrutti.

Per rendere irreversibile la proclamazione della vittoria di Evariste, il regime, due giorni dopo le elezioni, in pieno periodo di contestazioni sulle frodi elettorali e prima della pubblicazione dei dati definitivi, ha inviato a Unione Africana, Nazioni Unite e a tutti i Ministeri degli Affari Esteri africani, europei, asiatici, la comunicazione ufficiale dell’investitura alla Presidenza del generale Ndayishimiye.
La maggioranza dei governi ha preferito non rispondere, in quanto evidente era il mancato rispetto della procedura internazionale.
Di solito la comunicazione del nuovo Presidente avviene dopo che i dati definitivi elaborati dalla Commissione Elettorale siano stati convalidati dalla Corte Costituzionale. L’unico Paese al mondo che avrebbe risposto, congratulandosi della prematura vittoria di Evariste, è stato l’Uganda. Su ordine del Presidente Yoweri Kaguta Museveni, il Ministro degli Esteri ugandese avrebbe inviato lettere di felicitazione al regime con copia alle principali sedi diplomatiche estere, secondo indiscrezioni diplomatiche che ci sono giunte.

La cerimonia ufficiale della proclamazione dei risultati elettorali provvisori si svolgerà presso la struttura alberghiera Hotel Club du Lac Tankanika, di proprietà del imprenditore italiano Alfredo Frojo. Secondo il programma CENI (qui riprodotto) la cerimonia inizierà alle ore 14:00 locali con preghiere di ringraziamento, e si chiuderà alle 16:15 con un’altra sezione di preghiere. La scelta della struttura alberghiera è logica in quanto la più idonea a Bujumbura ad ospitare eventi di simile portata. Un altro motivo della scelta di questa struttura alberghiera è la sua ubicazione che la rende facilmente difendibile da parte dell’Esercito. La cerimonia non è aperta al pubblico, ma su invito.

L’imprenditore italiano, originario di Napoli, oltre a gestire l’Hotel Club du Lac Tankanika, si sta apprestando a compiere un importante investimento di 33 milioni di euro per la realizzazione di una mega infrastruttura a Bujumbura che verrà adibita a centro congressi internazionale. A darne notizia è un comunicato stampa del regime, relativo alla riunione del 05 giugno 2019 del Consiglio dei Ministri. Al punto 7 dell’ordine del giorno si legge che una Commissione tecnica ha accolto e sostenuto la proposta presentata dall’imprenditore italiano per la costruzione della mega infrastruttura.
Nel comunicato stampa si specifica che
l’imprenditore ha domandato un periodo di esenzione fiscale pari a 15 anni. Si definisce, inoltre, la composizione della società destinata a gestire il futuro Centro Congressi. 20% allo Stato burundese, 60% al Hotel Club du Lac Tanganyka e 20% alla società con responsabilità limitata Frojo Engineering con sede a Napoli.
Il progetto per la realizzazione del nuovo centro congressi, che sostituirà quello esistente a Kigobe (costruito nel 2012), è stato approvato dal Presidente Pierre Nkurunziza, durante la riunione del Consiglio dei Ministri del 22 gennaio 2020, come
venne riportato dalla Televisione Nazionale ‘RTNB’, controllata da Eric Nshimirimana, leader della milizia paramilitare Imbonerakure.

Di fatto, la pubblicazione dei dati provvisori è la cerimonia della vittoria del generale Evariste. Una cerimonia preceduta da una serie di episodi misteriosi e inquietanti.
Tra il 20 (giorno delle elezioni) e il 22 maggio, in tutto il Paese, sono stati arrestati oltre 300 militanti e quadri del CNL, con il chiaro obiettivo di indebolire il partito che ha vinto le elezioni, secondo i primi dati che furono riportati dalla CENI. Reparti dell’Esercito hanno circondato la residenza di Agathon Rwasa, dove si presume sia attualmente il vincitore delle elezioni, mettendolo di fatto agli arresti domiciliari. Il Presidente della CENI, Pierre Claver KAZIHISE, è scomparso da venerdì sera. Secondo le fonti sarebbe su protezione delle milizie Imbonerakure per evitare pressioni o minacce da parte dell’opposizione. Tre Ministri sarebbero improvvisamente stati posti in confinamento sanitario per presunto contagio da Covid-19: Pelate Niyonkuru, Ministro della Cultura e dello Sport, Emmanuel Ntahomvukiye, Ministro della Difesa e Taddee Ndikumana, Ministro della Sanità. Le fonti interne parlano della nascita di forti dissidi tra questi ministri e il regime sulla gestione postelettorale sorti prima dei confinamenti sanitari.

Dissidi sulla gestione postelettorale avrebbero caratterizzato anche l’interminabile riunione dello Stato Maggiore dell’Esercito, presso l’Hotel Tamotels, a Gitega, convocata dal dittatore Pierre Nkurunziza e presenziata dal generale Evariste Ndayishimiye. La riunione verteva sui dettagli operativi della strategia del ‘fatto compiuto’ e doveva durare qualche ora a partire dalle ore 20:00 locali di venerdì 22 maggio. Si è conclusa verso le 10:00 ora locale di domenica 24 maggio.

Durante la riunione si è verificata una profonda frattura tra Nkurunziza e il generale Evariste che sembra essere il preambolo di futuri regolamenti di conti. Oltre al dissidio dei due leader massimi, si è verificata una seconda frattura tra i generali a favore della linea dura e del bagno di sangue in caso di proteste elettorali (Generale Gervais Ndirakobuca alias Ndakugarika, Generale Silas Ntigurirwa, Generale Godefroid Bizimana alias Verema, Generale Etienne Ntakirutimana alias Steve, Genrale Evariste Ndayishimiye alias Neva e Maresciallo Alain Guillaume Bunyoni) e i generali fautori di una linea più morbida e di una apertura del dialogo con l’opposizione (Generale Prime Niyongabo, Generale Gabriel Nizigama alias Tibia, Generale Emmanuel Miburo alias Comater, Generale Ildephonse Habarurema alias King Kong). Gli ultimi due Generali menzionati hanno rifiutato di partecipare alla riunione, arrivando ad affermare di interrompere le frodi e di rispettare il verdetto popolare scaturito dalle urne.

Una doccia fredda giunge dal Sindaco di Bujumbura, Freddy Mbonimpa, membro del partito al potere CNDD-FDD, che riconosce i veri risultati dei seggi della ex capitale Bujumbura, che confermano la tendenza nazionale del voto ponendo il CNL e Agathon Rwasa in netto vantaggio. I dati sono stati trasmessi via radio (come potete sentire da questa registrazione). Presidenziali: Rwasa 136.532 voti Evariste 112.017 voti. Legislative: CNL 144.519 voti CNDD-FDD 104.642 voti. Comunali CNL 136.552 voti 112.017 voti. Il regime rimasto estremamente imbarazzato, ora è allo studio di una versione plausibile per smentire i dati forniti dal proprio sindaco.

Il regime attraverso la TV Radio nazionale RTNB controllata dalle Imbonerakure e sui profili dei militanti nei social media tenta di dipingere l’avversario Agathon Rwasa come un folle che non sa perdere e il generale Evariste Ndayishimiye il vero vincitore delle elezioni”, ci spiega una fonte interna al CNDD appartenente all’area del dissenso.Alla campagna mediatica di fake news si aggiunge l’Ambasciatore Willy Nyamitwe accusando tutti i giornalisti e media occidentali che stanno divulgando in Italia e in altri Paesi europei i veri dati elettorali di essere dei media del terrorismo al soldo del Rwanda. Queste accuse, i Processi verbali rielaborati, le lettere ufficiali di proclamazione del generale Evariste inviate alla rappresentanze diplomatiche mondiali, fanno parte di una strategia di comunicazione e di manipolazione tesa a obbligare la popolazione ad accettare dei dati falsificati che nulla hanno a che vedere con i reali esiti elettorali”, conclude la nostra fonte.

I media occidentali stanno dando largo spazio alle dichiarazioni del candidato Agathon Rwasa che denuncia le massicce frodi compiute dal regime e il clima di intimidazione da parte dei miliziani Imbonerakure, rivolto alla popolazione per evitare che scenda in piazza a protestare. Il regime, resosi conto che la popolazione lo ha di fatto rigettato, ora conta sul terrore e sulla paura dei cittadini per evitare delle manifestazioni di massa. Sia Nkurunziza che Evariste vogliono evitare le proteste popolari, in quanto, se queste avvenissero, sarebbero costretti a rispondere con la violenza per mantenere il potere, ponendosi in una posizione critica dinnanzi alla Comunità Internazionale.

Al momento non è possibile fare previsioni se Rwasa riuscirà a portare in piazza la popolazione. È possibile solo notare il fallimento del CNDD. La sua deriva dittatoriale ha alienato le masse hutu, che inizialmente lo hanno considerato come una organizzazione politica collegata alla loro emancipazione sociale e alla democrazia. Questo ha permesso ad Agathon Rwasa di creare un nuovo partito e di riportare la vittoria nelle elezioni.

Vari osservatori regionali temono che alla proclamazione di vittoria del regime, che verrà fatta lunedì presso l’hotel dell’imprenditore italiano, possa seguire una vera e propria guerra civile, in quanto nessuno degli attori politici burundesi intende dichiararsi sconfitto. “La sola soluzione è il rispetto della volontà popolare espressa nelle urne. Il CNDD è di fatto un nonpartito controllato da signori della guerra, più o meno radicali, ben lontani dal popolo, che non esiteranno un solo istante a comandare un bagno di sangue. Per evitare il confronto finale è di vitale importanza la pressione della comunità internazionale per il rispetto del processo elettorale. Sarebbe un argomento molto forte rivolto ai generali dell’Esercito affinchè decidano di abbandonare i criminali al comando del Paese”,auspica la nostra fonte, dissidente del CNDD.

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