Il Burundi, a meno di una settimana dal voto, ha un nuovo Presidente. È il generale maggiore Evariste Ndayishimiye. E’ stato nominato dal regime, ovvero dal partito al potere, il CNDD-FDD (Conseil National pour la Défense de la Démocratie – Forces pour la Défense de la Démocratie), contro la volontà popolare espressa nel voto, con il bene placido, più o meno sincero (più meno che più), di Pierre Nkurunziza, il Presidente – dittatore che da 15 anni governa il Paese e sotto inchiesta presso la Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità.
La proclamazione della vittoria di Evariste è stata fatta lunedì 25 maggio nel corso di una cerimonia di annuncio dell’esito elettorale (quello provvisorio, e pare che i dati definitivi non saranno mai ufficializzati) delle consultazioni dello scorso 20 maggio, presso l’Hotel Club du Lac Tankanika, un resort di lusso di proprietà di un imprenditore italiano, Alfredo Frojo.
Evariste Ndayishimiye è un ex guerrigliero che ha combattuto con il dittatore Nkurunziza durante gli anni della guerra civile (1993 -2004), assumendo il ruolo di portavoce della guerriglia Hutu Power CNDD-FDD. La guerriglia non ha mai vinto una battaglia. Per dieci anni ha usato esclusivamente la strategia del terrore, massacrando decine di migliaia di civili, soprattutto hutu. Quella la maggioranza ‘oppressa’ che il CNDD-FDD diceva di voler difendere…
Dopo la guerra civile il generale Evariste ha ricoperto il posto di Ministro degli Interni tra il 2006 e il 2007, divenendo successivamente Direttore del Dipartimento Affari Militari della Presidenza fino al 2014, con il compito di debellare l’ala politica e militare del FNL (Forze Nazionali di Liberazione) la seconda guerriglia Hutu antagonista a Nkurunziza e al CNDD-FDD durante la guerra civile, guidata da… Agathon Rwasa.
Nel 2016 viene nominato Segretario Generale del CNDD-FDD. Carica che tutt’ora ricopre in attesa della investitura a Presidente.
Il generale Evariste, dipinto come un moderato, è di fatto la continuità del sanguinario e brutale regime, che si impone come Presidente con la forza e contro la volontà popolare.
La cerimonia svoltasi presso la struttura alberghiera dell’imprenditore italiano, è stata caratterizzata da un silenzio da cattedrale, un profilo basso e tanta paura per le eventuali reazioni popolari. «Una cerimonia che ha il gusto amaro di una Vittoria rubata celebrata da un regime criminale che si sorprende della sua impopolarità», afferma in un twitter Cimpaye Pancrace, ex portavoce del Presidente hutu Ndayizeye Domitien, costretto all’esilio in quanto inserito nella lista di persone da eliminare redatta da Nkurunziza.
Mentre Agathon Rwasa sostiene di aver vinto con il 58% dei voti e ieri ha depositato il ricorso, accusando la CENI di frodi elettorali, i dati provvisori e rivisti saranno convalidati dalla Corte Costituzionale il 6 giugno, mentre l’investitura a Presidente del generale Evariste Ndayishimiye e prevista tra due mesi, in agosto.
Un periodo di tempo assai lungo che servirà per verificare se il piano di frode elettorale architettato dal regime ha funzionato, se la Comunità Internazionale riconoscerà Evariste come legittimo Presidente, se il regime sarà in grado di impedire ogni manifestazione popolare attraverso le minacce e il terrore e se sarà in grado di appianare le profonde divergenze tra il dittatore Nkurunziza e il futuro Presidente Evariste. Divergenze che nascondono il rischio di un regolamento di conti armato all’interno del partito e delle forze armate.
In questo complicato e sensibile contesto politico di un piccolo Paese africano dalla storia tormentata e sanguinaria, lontano dalle cronache italiane, (pur essendo operativo anche con la sua società in Italia), l’imprenditore italiano Alfredo Frojo si è costruito una carriera e una nuova famiglia all’ombra di una amicizia importante, quella con Pierre Nkurunziza che tra due mesi lascerà l’incarico di Presidente per assumere per assumere la carica di ‘Guida Suprema del Patriottismo’ Hutupower di cui la nuova Costituzione (rifatta dal dittatore) prevede maggior poteri rispetto al Parlamento e allo stesso Presidente, Evariste Ndayishimiye.
Alfredo e Pierre sono amici di lunga data.
Di Alfredo Frojo, ingegnere, originario di Ischia, compagno di una ‘moglie’ burundese: Natasha Ngendabanka, (nomi d’arte: Natacha Burundi, La Bamba, La Boss”) divenuta, dal 2015, ‘cantante di regime’, si è iniziato a parlare -poco, quasi di striscio- lo scorso novembre, quando ‘Il Venerdì di Repubblica’, pubblica un articolo, a firma di Maria Pace Ottieri, dal titolo ‘Ma quanti buoni amici ha il dittatore del Burundi’ (pag. 1, pag 2). Articolo che chi conosce bene l’Africa lo ha subito definito “un articolo da cui si avvince che qualcuno ha passato alla giornalista ottime informazioni non reperibili dall’Italia”. In effetti, il servizio, nel quale Frojo non è ‘il’protagonista, anzi, meno di una comparsa, insieme ad un altro corregionale, molto più noto e certo tra i protagonisti del servizio, Totò Cuffaro a leggerlo attentamente, è un pezzo che avanza domande non esplicitate, insinua dubbi, velate critiche.
Dopo quel servizio, chi ha voluto saperne di più di quell’hotel citato quasi distrattamente dal servizio di Ottieri ha raccolto rumors che girano tra la diaspora burundese, presso la quale l’ingegnere è tra le figure invise. Per altro cosa ovvia, considerato che lo stesso Frojo non fa mistero delle sue relazioni intime con Nkurunziza, facendosi fotografare insieme all’amico Pierre ad ogni occasione possibile e partecipando a importanti avvenimenti pubblici del partito, dove la sua moglie burundese, Natacha Burundi, si esibisce in performance sonore che alcuni considerano l’esternazione artistica della mediocrità del CNDD-FDD.
Nel fine settimana si è saputo che la cerimonia ufficiale della proclamazione dei risultati elettorali provvisori (e di fatto definitivi per il Governo burundese) si sarebbe tenuta presso la struttura alberghiera Hotel Club du Lac Tankanika. La notizia ha sorpreso tutti. In nessun Paese al mondo i risultati delle elezioni Presidenziali vengono comunicati all’interno di una struttura alberghiera privata. In tutti i Paesi i dati elettorali vengono resi noti all’interno degli uffici della Commissione Elettorale. In Burundi no.
A Bujumbura vi sono diverse strutture alberghiere in grado di accogliere un evento simile, per esempio il Kiriri Garden Hotel, l’Hôtel Belair Résidence, il Roca Golf Hotel La scelta di questo specifico hotel si potrebbe spiegare da un punto di vista militare. A differenza degli altri hotels a 5 stelle, quello di Alfredo Frojo ha una ubicazione periferica rispetto alla città che rende la struttura facilmente difendibile da parte dell’Esercito. Inoltre, il Club du Lac Tankanika è un hotel che, dal 2016, è molto frequentato dai vertici del regime. Non solo, una struttura il cui proprietario è in affari con lo Stato burundese dal giugno 2019.
Mentre si consumava la mesta cerimonia dei dati provvisori presso l’hotel dell’imprenditore italiano, tutta la città di Bujumbura è stata paralizzata e invasa da migliaia di soldati e poliziotti in difesa degli ‘illustri’ ospiti. Negli stessi momenti, le milizie paramilitari Imbonerakire (‘quelli che vedono lontano’) spadroneggiavano nella città, intimidendo la popolazione al grido di: «Provate a protestare e vi massacriamo». Qualche ora prima la residenza privata del candidato dell’opposizione, Agathon Rwasa, veniva circondata da reparti dell’Esercito in assetto di guerra.
La struttura alberghiera sul lago Tanganika, dove attualmente sorge l’Hotel Club du Lac Tanganika, ha una storia che si identifica a pieno nell’avventura imprenditoriale di Alfredo Frojo nel Paese africano. Prima di essere la prestigiosa struttura che conosciamo, era una proprietà statale. Nel 1992 fu messa all’asta dal primo Governo di Pierre Buyoya, bisognoso di valuta estera. La struttura fu acquistata da Frojo, insieme a soci investitori italiani, per un valore nettamente inferiore a quello reale.
Durante il breve Governo estremista hutupower di Melchior Ndadaye, la struttura alberghiera viene requisita dal Presidente e trasformata in un centro per l’alloggio dei militari hutu. I soci italiani fuggono. Frojo resta e recupera la struttura dopo l’assassinio di Ndadaye, da parte dell’Esercito. Un assassinio inserito all’interno di un colpo di Stato per bloccare i piani di genocidio di Ndadaye contro i tutsi in corso. Nonostante il recupero, Frojo non riesce a impossessarsi materialmente della struttura, che continua essere occupata dai militari.
Nel 1996, durante il secondo Governo di Pierre Buyoya, in piena guerra civile, l’Alta Corte di Bujumbura emette una sentenza favorevole a Frojo, a seguito di una causa intentata da terzi che poneva dubbi sulla regolarità della gara pubblica statale del 1991 e sul prezzo di acquisto.
A distanza di 5 anni dalla sentenza che certifica la regolarità dell’acquisto, la struttura alberghiera viene ridata a Frojo. La struttura è devastata. Costosi lavori di ristrutturazione terminano nel 2005, quando Frojo riesce finalmente inaugurare l’Hotel Club du Lac Tankanika, dotato di 80 camere, strutture sportive, sauna, spiaggia privata, discoteca, sala conferenze.
Frojo ha (o aveva, in questo momento i dati scarseggiano) 220 impiegati e la struttura alberghiera rappresenterebbe tra il 15% e il 20% della capacità ricettiva del settore turistico nazionale, secondo quanto afferma pubblicamente l’imprenditore italiano. L’Hotel pubblica una rivista interna, ‘Club Info’, dove per alcuni anni compariva un fumetto a puntate che descriveva in chiave umoristica le ‘avventure” e il successo di un imprenditore occidentale in Burundi. Era proprio il proprietario dell’Hotel, Alfredo Frojo, l’eroe principale del fumetto burundese da lui promosso e finanziato.
Causa la crisi politica e causa le sanzioni economiche di Unione Europea e Stati Uniti, l’hotel ha perso quasi tutta la clientela straniera, subendo un collasso economico. È lo stesso Frojo ad ammetterlo, in una intervista al ‘The New Humanitarian’, rilasciata nell’ottobre 2019: «Noi dipendiamo dai turisti stranieri, ma non vengono più. Lo scorso anno l’hotel ha perso il 50% del fatturato». I turisti stranieri sarebbero stati rimpiazzati da una clientela molto particolare: membri e gerarchi del CNDD-FDD e della sua ala militare all’interno dell’Esercito e della Polizia, come affermano fonti burundesi, pur rimanendo un punto di ritrovo per le gite domenicali al bordo del lago Tanganika dei burundesi di Bujumbura.
Frojo è un imprenditore che ‘conta’ in Burundi. Un uomo di successo con un unico rammarico: non aver potuto al momento realizzare il suo sogno che nutre dal 2010, di essere nominato Console Onorario dall’Italia. Dal 2015 il Consolato italiano a Bujumbura (sotto giurisdizione dell’Ambasciata d’Itala a Kampala) è privo del Console Onorario.
Ma torniamo agli affari.
Malgrado la crisi dell’hotel, Frojo, come abbiamo anticipato, si sta apprestando a compiere un importante investimento di 33 milioni di euro per la realizzazione di una mega infrastruttura a Bujumbura che verrà adibita a centro congressi internazionale, in società con lo Stato burundese.
Il nuovo centro congressi dovrebbe sostituire quello già esistente a Kigobe, progetto del 2012 con una superfice di 0,24 Km.
Il centro congressi di Kigobe, operativo dal 2015, fa parte delle opere faraoniche volute dal dittatore Nkurunziza su cui vi è il massimo segreto circa i costi di realizzazione. Tra le opere volute dal dittatore, ricordiamo il Palazzo Presidenziale di Gasenyi, costruito dai cinesi, soprannominato la ‘Casa Bianca del Burundi’ per la sua assomiglianza allo storico edificio-monumento a Washington D.C.
A dare notizia della realizzazione di un secondo mastodontico Palazzo dei Congressi, è stato un comunicato stampa del regime, relativo alla riunione del 5 giugno 2019 del Consiglio dei Ministri. Al punto 7 dell’ordine del giorno si legge che una Commissione tecnica ha accolto e sostenuto la proposta presentata dall’imprenditore italiano per la costruzione della mega infrastruttura. Nel comunicato stampa si specifica che l’imprenditore ha richiesto un periodo di esenzione fiscale pari a 15 anni.
Si definisce, inoltre, la composizione della società del futuro Centro Congressi: 20% allo Stato burundese, 60% al Hotel Club du Lac Tanganyka e 20% alla società a responsabilità limitata Frojo Engineering con sede a Napoli.
Il progetto per la realizzazione del nuovo centro congressi è stato approvato dal Presidente Pierre Nkurunziza, durante la riunione del Consiglio dei Ministri del 22 gennaio 2020, come riferito dalla televisione nazionale ‘RTNB’, controllata da Eric Nshimirimana, leader della milizia paramilitare Imbonerakure. Nell’approvare il progetto, il dittatore Nkurunziza ha accettato la proposta dell’imprenditore italiano di esenzione fiscale per un periodo di 15 anni. Una decisione in netto contrasto con la disastrosa situazione finanziaria in cui il Governo versa, causa le sanzioni economiche di UE e Stati Uniti. La situazione delle casse pubbliche (praticamente vuote) è così drammatica che spinge il Ministero delle Finanze ad aumentare sempre più la pressione fiscale sui cittadini, sugli imprenditori burundesi e sui rarissimi investitori stranieri rimasti nel Paese.
Il nuovo Centro Congressi è un progetto molto importante, e molto rischioso per l’azienda dell’ingegner Frojo, in un Paese all’ultimo posto nella classifica delle mete africane del turismo internazionale.
La Frojo Engineering S.r.l. ha un capitale di 300.000 euro con un solo impiegato. Nel 2018 il fatturato totale dichiarato è stato di 137.310 euro, con un capitale circolante di 291,688 euro e un profitto dopo le tasse di 2.526 Euro, secondo i dati pubblicati dal Global Database 2019.
Il Rapporto 2019 Investistimenti nel Mondo, redatto da UNCTAD (Unite Nation Conference on Trade and Development), classifica il Burundi agli ultimi posti dei Paesi africani dove gli investimenti sono convenienti e sicuri. Classifica confermata nel rapporto ‘Dove Investire in Africa nel 2020’ redatto dalla banca sudafricana Rand Merchant Bank (RMB).
Anche il prestigioso gruppo francese Société Générale, pubblica parere negativo riguardo gli investimenti stranieri nel Burundi. Nel parere si legge tra l’altro: «L’instabilità politica, il costo elevato dei servizi pubblici, le ambiguità delle politiche commerciali, la mediocrità delle infrastrutture, la corruzione, l’inaffidabilità della mano d’opera, l’insufficienza dei programmi di privatizzazione e la mancanza cronica di valuta estera sono tutti fattori che limitano fortemente gli investimenti stranieri nel Paese. Di conseguenza il Burundi si classifica al 168simo posto sulle 190 economie nel rapporto “Fare Affari 2019” con una retrocessione di quattro punti rispetto all’anno precedente.».
Nonostante i pareri negativi delle principali organizzazioni finanziarie internazionali, pubbliche e private, con un Hotel che sta subendo il 50% annuo di perdite del fatturato a causa della situazione politica attuale, e una società –la Frojo Engenering– con un fatturato annuo dichiarato di 137.310, Alfredo Frojo ha programmato un investimento di 33 milioni di dollari, superiore al totale degli aiuti per lo sviluppo economico del Burundi 2017 dati dalla OPED Organisation Pour l’Environnement et le Développement durable, (11 milioni), e leggermente inferiore al totale degli aiuti concessi, nello stesso anno, dalla FIDA (Fonds international de développement agricole) che ammontavano a 42 milioni.
L’altro lato di Frojo è quello dell’imprenditore di successo che si dedica al prossimo.
Frojo sarebbe molto amico di Totò Cuffaro, tra i protagonisti del servizio di ‘Il Venerdì di Repubblica’, che Frojo avrebbe incontrato nel 2017. L’ex Governatore della Sicilia, infatti, è quasi di casa in Burundi oramai da tre anni. «Finito di scontare quasi cinque anni di carcere per favoreggiamento a Cosa Nostra, bandito dall’ordine dei medici, Cuffaro ha trovato nel Paese di Nkurunziza la vocazione umanitaria, offrendo cure per i bambini, occhiali, attrezzature ospedaliere e sementi gratuite, piantare vigne e costruire chiese tramite la sua Onlus AiutAmo il Burundi», fa notare l’articolo di Ottieri. Cuffaro avrebbe alloggiato presso l’Hotel Club du Lac Tankanika, durante le sue innumerevoli missioni ‘umanitarie’ in Burundi. L’arrivo di Cuffaro è stato reso possibile da un prete di Messina, don Rosario Lenzo, che vive da oltre vent’anni nel Paese.
Frojo e Cuffaro sarebbero legati da interessi filantropici. Anche Frojo, con un passato da imprenditore in Italia legato alla DC e a De Mita, si presenta come un filantropo e benefattore dei poveri burundesi, impegnato in varie campagne sociali. È la stretta amicizia con il dittatore a rovinare la sua immagine.
Un ex imprenditore di Ischia padrone di un favoloso resort turistico in affari con lo Stato burundese, un ex politico italiano accusato di essere colluso con Cosa Nostra, un progetto faraonico per realizzare un secondo Centro Conferenze di cui il Paese non necessita, ma che assorbirà enormi fondi in valuta pregiata per la sua realizzazione.
Questo strano intreccio di politica e affari in un Paese dove la popolazione burundese, stanca e oramai sospettosa di tutti, è costretta a vivere nella miseria più degradante e nella violenza di una dittatura primordiale ed arcaica che si basa su un idilliaco quanto irreale e anacronistico ‘mondo contadino’ che dovrebbe essere il pilastro sociale di una altrettanta anacronistica e terribile ideologia di morte, quella Hutupower (o Manifesto Bahutu) ispirata all’ideologia nazista della superiorità razziale. Una dittatura che ha appena negato ai burundesi il diritto democratico di scegliere il loro Presidente, falsificando i dati elettorali a favore del suo candidato, Evariste Ndayishimiye.