Le elezioni politiche di un Paese possono influenzare poco le Borse. Tale affermazione viene confermata dai risultati ottenuti nella giornata di oggi da Wall Street che, dopo aver assistito alla vittoria dei Repubblicani negli Stati Uniti, hanno fatto registrare risultati positivi con il Dow Jones che recupera lo 0,2%, l’S&P 500 lo 0,4%, mentre il Nasdaq è invariato. L’interesse però delle Borse europee è più orientato al rally di fine anno di Wall Street che all’incertezza politica degli Usa.
Incertezza politica che si è riversata anche all’interno della Bce dove, secondo Reuters, alcuni banchieri centrali criticano lo stile riservato nella comunicazione del presidente Mario Draghi e avrebbero in programma di sollevare la questione alla cena dei governatori centrali in programma questa sera. Tale incertezza potrebbe creare anche qualche problema quando il numero uno della Banca centrale europea potrebbe proporre un’azione politica più forte nei prossimi mesi, inclusa l’ipotesi di ‘quantitative easing’.
Alle tensioni interne alla Bce va aggiunto il botta e risposta tra il Presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, ed il numero uno della commissione Ue, Jean Claude Junker, a seguito dell’annuncio dei tagli alle stime di crescita dell’ Eurozona da parte della Commissione europea. Nonostante il clima politico incerto, le Borse europee fanno registrare risultati positivi, a cominciare da Milano a Milano che consolida il rialzo dell’apertura e si porta a +1,9%, Londra avanza dell’1%, Francoforte dell’1,4% e Parigi dell’1,6%. Inoltre, il differenziale tra Btp e Bund torna sotto la soglia di 160 punti, con i decennali italiani che rendono il 2,4%.
Notizie positive giungono invece dall’Eurostat. Secondo l’Ufficio Statistico dell’ Unione Europea, le vendite al dettaglio nell’Eurozona migliorano su base annua anche se il dato di settembre 2014 fa registrare un calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L’indice complessivo nell’area euro è stato trascinato al ribasso, su base congiunturale, dai prodotti non-food (-2,2%) mentre cibo, bevande e tabacco hanno registrato solo un -0,1% su agosto. Nel confronto congiunturale, sono stati registrati rialzi delle vendite al dettaglio a Malta (+1%), Lussemburgo (+0,9%), Ungheria e Slovacchia (+0,7%), cali in Germania (-3,2%), Portogallo (-2,5%) e Polonia (-2,4%).
Nel confronto tendenziale, gli aumenti più consistenti si sono registrati in Lussemburgo (+12,3%), Estonia (+9,1%) e Bulgaria (+5,6%).
A tenere banco in Italia è invece sempre la legge di stabilità, argomento attorno a cui ruotano tutti gli aspetti economici di un Paese sempre più in ginocchio. A parlare proprio della prossima legge di stabilità che il governo dovrà votare è stato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che nel corso dell’assemblea degli industriali di Brescia ha detto: «Noi imprenditori siamo tutti degli ottimisti per definizione e sicuramente dalla Legge di Stabilità ci sono delle positività. In modo particolare consideriamo positivamente la riduzione del costo del lavoro che può rendere più competitivo il nostro sistema manifatturiero nel mercato globale».
La riduzione del costo del lavoro è uno di quegli aspetti che renderebbe la nuova legge di stabilità alquanto intrigante non solo per le imprese ma anche per i lavoratori. Agli aspetti positivi si vanno ad aggiungere anche quelli negativi e proprio su questo, il presidente di Confindustria ha detto: «Ci sono anche delle criticità nella legge di Stabilità e crediamo che vadano prese in considerazione. In particolare alcune problematiche come la ricerca e l’innovazione, come quella del finanziamento dei nuovi investimenti in macchinari e poi il forte sostegno che è venuto a mancare nella formulazione ultima della legge di Stabilità a favore dell’internalizzazione delle nostre imprese in particolare del finanziamento dell’Ice, l’istituto di Stato deputato a questo scopo».
Importanti novità arrivano anche dall’Authority per quanto concerne i pedaggi dell’alta velocità. Secondo quanto annunciato dal presidente dell’Autorità, Andrea Camanzi, in basi ai criteri per la determinazione dei pedaggi sulle tratte dell’Alta velocità, stabiliti dall’Autorità di regolazione dei trasporti, i pedaggi dovrebbero ridursi del 37% nel 2015 scendendo a 8,2 euro per treno al chilometro.