Laptop, tablet e qualsiasi altro dispositivo elettronico le cui dimensioni siano più grandi di quelle di uno smartphone dovranno viaggiare nei bagagli da stiva e non in cabina nei voli diretti negli Stati Uniti e in arrivo da otto Nazioni prevalentemente musulmane. È quanto prevede l”Electronics ban‘ annunciato dall’Amministrazione Trump nelle scorse ore.
Il divieto sarebbe il risultato delle informazioni raccolte durante il raid condotto dalle forze americane lo scorso gennaio contro al-Qaeda in Yemen. Dal materiale sequestrato durante l’operazione in Yemen è emerso che i jihadisti dell’organizzazione sarebbero riusciti a sviluppare ‘bombe-batteria’, inseribili nei laptop e in altri dispositivi elettronici e sufficientemente potenti da abbattere un aereo. Queste bombe devono, però, essere innescate manualmente, così si spiega perché il divieto riguardo solo la cabina passeggeri e non i bagagli nella stiva.
I Paesi coinvolti sono Giordania, Emirati arabi uniti, Egitto, Turchia, Arabia saudita, Kuwait, Qatar e Marocco, mentre le compagnie aeree sono Royal Jordanian, Emirates, Egypt Air, Turkish Airlines, Kuwait Airlines, Qatar Airways, Emirates, Etihad e Royal Maroc.
Ma cos’è una ‘bomba-batteria’? Quali danni può davvero provocare? Al Qaeda e IS sono veramente in grado di produrle? Per rispondere a queste domande abbiamo raggiunto telefonicamente Denise Serangelo, responsabile del programma di ricerca Difesa e Sicurezza di Alpha Institute of Geopolitics and Intelligence. Si occupa dell’analisi tecnica dei sistemi d’arma e dell’impiego dei dispositivi di sicurezza, dell’esercito e privati, in aree d’operazione. Per L’Indro segue le vicende militari e politiche della Libia, in cui è specializzata, ed analisi tecniche inerenti al mondo della Difesa e della Sicurezza.
Segue sotto l’intervista: