
Insomma, la soluzione per la povertà sembra essere più che chiara. Eliminare la povertà in alcune regioni è possibile solo partendo dalle aree rurali.
Insomma, la soluzione per la povertà sembra essere più che chiara. Eliminare la povertà in alcune regioni è possibile solo partendo dalle aree rurali.
Il subcontinente, infatti, è oggi una solida base per diverse operazioni del gruppo libanese: reti finanziarie e logistiche hanno consentito l’organizzazione di attacchi terroristici e di successive attività criminali collegate anche al cospicuo e noto traffico di droga, specie di cocaina ed eroina.
La Cina ha intenzione di importare circa 10 trilioni di dollari di beni e servizi dall’America Latina e dai Caraibi; lo ha rivelato qualche giorno fa l’ambasciatore cinese in Giamaica, Tian Qi, durante una visita di cortesia del Ministro dell’Industria, Audley Shaw e del Ministro senza portafoglio per la crescita economica, Daryl Vaz.
In America Latina sembra proprio esserci una certa aria di novità. Per anni, l’ampio processo di democratizzazione ha distaccato quella fertile terra da una storia fatta, a chiazze, di dittature e poteri militari.
La linea politica in Messico è molto chiara dagli anni Novanta. Nel contesto della firma dell’Accordo di libero scambio nordamericano, il Messico ha adottato la prospettiva degli Stati Uniti sulla migrazione, una prospettiva che si concentra sulla sicurezza. Il confine meridionale del Messico diventa, quindi, il confine meridionale del Nord America
La Repubblica Dominicana, supportata delle istituzioni internazionali e dalla sua stessa caparbietà è già sulla buona strada verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Se andrà avanti così, la crescita economica non potrà che continuare
Panama è sempre stata un cruciale crocevia regionale e globale. L’utilizzo di questo vantaggio geografico per spingere in alto la propria ambizione in tutte le aree deve essere qualcosa di prioritario.
Trump lo definisce un «enorme successo». Il Senato rimane rosso ed, anzi, lo diventa ancor di più. Oltretutto, la destra ne esce epurata dagli anti-Trump, rafforzandosi inevitabilmente nella sua sfumatura più scarlatta. I democratici, d’altro canto, conquistano la Camera. Ma saranno davvero capaci di ostacolare un Trump che non appare minimamente scalfito? L’intervista a Sandro Petrone
Negli Stati Uniti 51 seggi contro 45 al Senato per i rossi e 219 contro 193 alla Camera per i blu ma dovremo attendere la fine della giornata per avere i numeri definitivi. Una vittoria per i democratici? O forse, sarebbe più corretto parlare di una vittoria ‘nuova’ per i repubblicani? “Chiarito chi ha perso, parliamo dello stato della società americana divisa come non mai dagli anni ’50 ad oggi. Questo è lo stato della società che vedremo anche nei prossimi anni”.
Ma quando parliamo di area latinoamericana è nostro dovere diversificare: dire, infatti, che il rallentamento colpisce tutto il subcontinente, non rende giustizia al positivo avanzamento, invece, degno di nota che contraddistingue alcuni paesi. Ne parla l’ultimo report del centro di analisi macroeconomica BBVA Research.
Jair Bolsonaro è il nuovo Presidente del Brasile. Il Paese lo ha eletto con 57,7 milioni di voti, ovvero, circa il 55,13% delle preferenze espresse. Il suo sfidante, Fernando Haddad (PT), invece, di preferenze ne ha conquistate circa il 44,87% -47 milioni degli elettori-. Tutti i perché del non clamore di queste elezioni.
L’Africa sta vivendo dinamiche differenti rispetto a quelle di due anni fa. Sta vivendo un’ondata di positività