
Come facciamo a crescere se stiamo alle scemenze di Di Maio, ai fascismi di Salvini, che si trasforma in influencer senza dare prospettive vere agli italiani?
Come facciamo a crescere se stiamo alle scemenze di Di Maio, ai fascismi di Salvini, che si trasforma in influencer senza dare prospettive vere agli italiani?
gli elettori storici del PD o a quelli democristiani del PD, che vedrebbero sfumare l’occupazione di un partito nato a sinistra e poi snaturato al centro?
L’Italia è indietro, non mette un euro per le politiche della crescita, una delle quali, destinata in breve a diventare la prima voce dell’economia, riguarda l’investimento sulle intelligenze.
Sette mesi di governo giallo-verde ci dicono che sono state pensionate per sempre le categorie della politica che hanno dettato le regole del ‘900 e si sono protratte sino alle soglie del 2000
Guardassero davvero quello che fa la loro amata famiglia da quando il mercato e il profitto l’ha trasformata in potente macchina del consumo: comprare tutto ciò che viene offerto per non deludere l’amato famigliare
Il no dell’Europa ai loro conti sbagliati se lo giocheranno con la storia della UE delle banche e dei privilegi, perché devono tenere ancora in caldo il proprio elettorato per arrivare a fare il bottino alle elezioni di maggio di per il rinnovo del parlamento europeo.
Per tutelare i propri reciproci affari hanno messo al centro la parola ‘contratto’, il cui significato assume contorni mistici tanto si dilata, restringe, si sconfessa e si recupera. Un termine, guarda caso, che regola la stipula di affari, non i normali rapporti che dovrebbero regolare la vita politica di un Paese.
Ci sono buone probabilità per credere che questo governo passerà alla storia come il governo intossicato, un governo inquinato che a sua volta inquina il Paese
Nella stanchezza della TV leggiamo l’altra fine della politica tradizionale, ma non perché sia realmente finita rispetto ai suoi contenuti e visioni, ma perché è ormai stagionato chi continua a rappresentarla
Le riprese mostravano un pubblico e i suoi protagonisti a metà tra la noia e il risentimento, con il conduttore che non gli pareva vero di avere ancora una scena senza domandarsi che cosa di lui stavano riprendendo.
Non è solo un problema della scomparsa dei moderati nei partiti. Di più monta la voglia di estremismo in Italia e non solo.
Per loro l’Italia è un Paese di poveri e di tasse troppo alte: ma lo sanno che esiste un altro Paese che aspetta provvedimenti adatti al dinamismo delle professioni che pur ancora riescono ad esercitare, in quest’epoca di lupi?