Il mecenatismo è sempre stato un modo di sviluppare arti e mestieri, di far crescere i talenti e dare una prospettiva dinamica alla cultura.
Letterati, pittori, scultori, musicisti e artisti in generale sono stati destinatari delle risorse del mecenatismo. Al tempo dell’imperatore Augusto, Mecenate eponimo fu consigliere e organizzatore di un circolo di artisti e poeti che sosteneva economicamente.
Nel Rinascimento, Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico radunarono a corte i migliori artisti e li finanziavano.
A Milano, nel XIX e nel XX secolo, la borghesia illuminata, commercianti e industriali promuovevano arte e artisti. Si erano sostituiti alla tradizione dell’aristocrazia e della Chiesa.
Favorire questa attività era simbolo positivo e di riscatto culturale e sociale, di responsabilità sociale imprenditoriale ‘ante litteram’. La forza generativa e trasformativa delle risorse erano le imprese famigliari. Questo interesse per l’arte e la cultura ha permesso ad alcune città di sviluppare importanti opere artistiche, architettoniche, scultoree, pittoriche e letterarie.
Per esempio, la fortuna dei Pirelli nacque a fine Ottocento, quando iniziarono a produrre i primi pneumatici italiani e poi successivamente espansero le loro attività, incrementando costantemente i fatturati. In età recente, furono i committenti dell’omonimo grattacielo di Milano, che è grande esempio del potere economico milanese oltre che dell’architettura civile dell’epoca. I Pirelli sono anche, insieme ai Falck e ai Crespi, una delle famiglie più munifiche del Museo Poldi Pezzoli.
Rizzoli, iniziando l’attività in una piccola tipografia, divenne in pochi anni un grande editore, occupandosi anche di progetti cinematografici. La sede della Rizzoli si spostò in un nuovo edificio, a ridosso del Lambro, progettato dall’ingegnere Pestalozza, e fu considerato il più funzionale stabilimento editoriale d’Italia. Ovviamente c’è un collegamento forte con il ‘Corriere della Sera’.
Oggi a parte qualche caso (Peggy Guggenheim), i mecenati sono sempre più rari. Il mecenatismo è sostituito dal crowdfunding che chiede al mercato finanziario, composto dalla ‘folla’ (crowd), di credere nell’innovazione e di fare investimenti donando (oggi questa filantropia è un pò in declino) o di attivare uno scambio a fronte di un futuro prodotto da avere in prevendita per primo (crowdfunding reward based) o di una ricompensa tangibile, ma non legata al profitto ‘ad libitum’ e senza limiti. Sviluppa opportunità economiche e sociali; non è strumento opportunistico e speculativo.
Oggi, nello specifico, la filiera di crowdfunding è composta dall’artista- designer -imprenditore sociale che per il tramite di un organizzatore (spesso piattaforma digitale organizzata per aree di interesse generale o per settore specifico verticale ), propone il progetto ai componenti la ‘folla’ che investe (persone singole, piccole istituzioni ecc.).
La tipologia di equity crowdfunding è un ulteriore strumento a disposizione delle imprese sociali profit e non profit per raccogliere fondi dalla ‘folla’ (crowd) offrendo in cambio quote societarie dell’impresa, che porteranno dividendi agli investitori e la possibilità di ottenere capital gains e guadagno dalla vendita delle azioni. Tuttavia, essendo uno strumento pensato per supportare i progetti innovativi, l’equity crowdfunding prevede la cessione di quote azionarie solamente in caso di successo del progetto. I tassi sono inferiori a quelli delle banche, le condizioni per ottenere questo tipo di prestiti sono meno stringenti e il livello di burocrazia è inferiore, per cui si tratta di una fonte di debito meno costosa rispetto al credito tradizionale. Inoltre, tramite ‘lending crowdfunding’ si possono richiedere anche cifre di denaro cospicue.
In sintesi, il crowdfunding è una filiera di finanziamento collaborativa a partire dal basso. Il web, i network sociali sono l’espressione delle opportunità di finanziamento che viene dalla gente e dalla moltitudine. In terminini borsistici, è un ‘retail democratico’.
Il crowdfunding crede molto nelle imprese sociali profit e non profit perché è formula imprenditoriale che si sposa con l’innovazione e la creatività, perché non ha il fine della massimizzazione assoluta del profitto ‘hic et nunc’, ma ha la cifra della massimizzazione relativa a medio termine ed è formula di gestione partecipata, democratica e trasparente. Inoltre, genera la fiducia delle persone e della ‘community’!
Il mecenatismo era ‘dall’alto verso il basso’ (‘top-down’), il crowdfunding è dal ‘basso verso l’alto’ (‘bottom-up’).
Il crowdfunding offre una forza generativa e trasformativa alla innovazione ed alle espressioni artistiche, ma crea anche le condizioni perché le singole persone possano sviluppare arte e talento: per esempio, il pianista veneziano Francesco Pollon si avvale del crowdfunding per pagare l’ammissione al master in pianoforte jazz alla Manhattan School of Music di New York, l’arpista Stefania Scapin per acquistare un’arpa di pregio, la danzatrice Elena Bolelli di Bologna per sostenere la sua formazione in Israele al Gaga Teacher Training Program ed altri ancora.
Un tempo era mecenatismo, oggi è crowdfunding.