Mimnermo, scrittore dell’antica Grecia, nel primo frammento che ci è pervenuto fino ad oggi, afferma “Vorrei essere morto/quando a me non più questo importi,/l’amore clandestino e i dolci doni e il giaciglio,/che di giovinezza sono i fiori fuggevoli/per uomini e per donne; quando invece dolorosa sopraggiunge/la vecchiaia, che brutto e spregevole insieme rende l’uomo/sempre nell’animo tristi lo tormentano inquietudini,/né si rallegra al vedere i raggi del sole,/ma (è) inviso ai bambini e disprezzato dalle donne;/così dolorosa il dio ha fatto la vecchiaia!”
Ad oggi è partita la campagna di beneficenza con lo scopo di arginare il fenomeno della solitudine. Secondo i recenti dati divulgati dall’organizzazione, sarebbero circa 1 milione le persone affette da solitudine acuta, due milioni e mezzo solo quelli con più di 60 anni, e che convivono con la paura di finire i propri giorni isolati dal resto del mondo. La UE sta cercando di porre obiettivi concreti che sono riassumibili come segue:
1)Cultura degli operatori vs formazione nozionistica 2)Ottimismo vs scetticismo 3)Conoscenza diffusa sulla demenza vs pregiudizi ancora radicati 4)Organizzazione di un sistema a rete vs dispersione organizzativa e territoriale 5)Finalizzazione dei finanziamenti vs distribuzione a pioggia 6)Governo reale del sistema sugli outcome vs controlli burocratici formali sui processi (ma non troppi).
D’altra parte come da rapporto UE “La malattia di Alzheimer non si è mai articolata come un oggetto scientifico chiuso, un sapere maturo e concluso, ma come processo conoscitivo aperto, oscillando sempre fra numerosi fattori – funzionali, anatomici e biochimici- e intersecandoli in forme molteplici, come ogni singolo caso clinico ha mostrato“.
(tratto dal canale ‘Youtube’ di ‘Channel 4 News’)