Sebbene ci sia ancora chi si ostina a negarlo, il riscaldamento globale (o global warming, per dirla all’inglese) è uno dei problemi più grandi che l’umanità intera dovrà affrontare nei prossimi decenni e rappresenta forse la sfida più imponente del XXI secolo. Le temperature, a causa del costante peggioramento del grado di inquinamento, stanno aumentando in maniera graduale ma inesorabile e, se non dovesse essere presa alcuna misura significativa condivisa, i rischi per l’ambiente e, di conseguenza, la vita sulla Terra inizieranno a pesare sull’esistenza di ognuno.
Qualche passo è stato compiuto, nel frattempo: l’11 dicembre 1997 è stato infatti firmato il ‘Protocollo di Kyoto’, che impegnava i firmatari a ridurre, entro il 2012, le emissioni di gas serra del 5,2% rispetto al 1990. L’accordo sarebbe entrato in vigore se avesse coinvolto almeno 55 firmatari che rappresentassero almeno il 55% delle emissioni dei Paesi sviluppati, come è effettivamente avvenuto. Sono previsti, nel Protocollo, alcuni strumenti per aiutare gli Stati a rispettare l’accordo, come, ad esempio, l’Emission Trading, per cui, uno Stato che fosse riuscito a ridurre le emissioni ben più del dovuto, può ‘cedere’ parte di tali emissioni ridotte nel computo di uno Stato che non ci fosse riuscito.
Non tutti lo hanno ratificato: gli Stati Uniti, firmatari, non hanno ancora ratificato l’accordo e il Canada, che l’ha ratificato solo nel 2002 (insieme alla Russia), è stato poi il primo Stato, nel 2011, a uscirne. Al momento sono 175 gli Stati firmatari del ‘Protocollo di Kyoto’, rappresentanti più del 60% delle emissioni, raggiunto solo con l’ingresso del gigante russo. Non tutto però è così semplice: come dimostra questo rapido video, gli accordi sono stati meno pacifici di quello che è sembrato e il tutto ha poi rischiato di sfociare in uno scontro fra egoismi personali. E le temperature, nel frattempo, aumentano.