La sinistra sfila a Macerata contro i fascismi, bello, poi però in Lombardia mette il candidato leghista, che parla di razza, sullo stesso piano del candidato di Centrosinistra, che smonta i braccioli delle panchine, installati dai suoi predecessori in chiave anti immigrati. Il Pd, invece, a Macerata non ci va, probabilmente in forza di qualche sottile ragionamento fuori dalla portata delle persone comuni.
Mia suocera direbbe: “ghe ‘n qui cos ca va no”. Potrei aggiungere che non si era mai vista una tale massa d’irresponsabili, insieme nello stesso momento, nell’area progressista. Eventi astronomici che si verificano all’incirca ogni diecimila anni.
La lucidità di mia suocera dipende dal fatto che non si è mai impegnata in politica, quindi è abituata a stare dentro la realtà, non a osservarla da una di quelle tribune dove si producono poche idee e molto livore, andando a caccia del nemico, che ci aiuta a ritagliare i confini ma purtroppo non a diventare intelligenti.
Va bene se Massimo D’Alema, Matteo Renzi e i loro seguiti se le danno, ma purtroppo per noi non sono privati cittadini, le loro intemperanze e la loro insopportabile immaturità toccano le nostre vite. Mi ricordano quei killer che si sparano addosso, incuranti del fatto di essere separati da una folla di gente inerme, donne e bambini inclusi.
Per sopravvivere siamo costretti a modificare i parametri attraverso i quali scegliamo i nostri rappresentanti, giacché non è più possibile usare il riferimento della prossimità culturale. Criterio inutile, poiché questi bravacci mettono sotto i piedi ogni ideale, quindi dobbiamo scavare cercando persone che prima di tutto abbiamo requisiti un tempo scontati, come il senso di responsabilità e la maturità.
In mancanza di meglio, siamo costretti ad andare a caccia di adulti.
In questi giorni mi sono messo a scrivere un manifesto, che sta girando sul web, in cui spiego le ragioni per le quali, da progressista, alle politiche non voterò né il Pd e manco LeU, cercando però di salvaguardare due necessità, che sento molto come cittadino. La prima è non indebolire il fronte anti-populista, la seconda è creare le condizioni perché i responsabili della frattura determinatasi nell’area progressista, paghino un prezzo. Dall’odioso Massimo D’Alema, che spero si dedichi a tempo pieno alla sua azienda vinicola, all’insopportabile Matteo Renzi che, dopo avere raggiunto il sogno della sua vita, una foto vicino ai coniugi Obama, sarebbe ora tornasse alla prestigiosa scrivania presso l’azienda paterna.
Ebbene, dopo avere trovato la soluzione per non favorire la destra fascista e il non partito-consolle, mi sono affidato ai miei contatti per fare girare il manifesto. Le risposte di adesione, moltissime, sono il misuratore della rabbia e dello sgomento presenti tra le persone di sinistra.
Una donna, architetto: “Io sono totalmente allineata ai contenuti del suo manifesto, che utilizzerò per contestualizzare il mio voto e che divulgherò”.
Una stimabilissima professionista dell’area sociale, che pure apprezzando la proposta non si fida del Pd: “Caro Domenico io adoro la persona che indichi ma qui finirà col fare la foglia di fico di una banda”.
Un sacerdote di frontiere: “Onestamente le dirò che da tempo avevo pensato alla soluzione da lei indicata, e avrei persino voglia di dirlo nelle omelie”.
Un imprenditore che in genere vota il centrodestra: “Non posso che confermare la sua analisi, che trovo corretta e lucida. Il 4 marzo, diligentemente e per amore del Paese, mi accoderò ai cittadini che andranno alle urne”.
Una suora, nota giornalista: “Condivido quanto scrive, la scelta della persona e dell’area, nonché l’intenzione di non danneggiare l’area anti-populista. Grazie”.
Una stimata collega e amica: “Caro Domenico, avevo già deciso di votare proprio così come proponi e le ragioni sono esattamente quelle che indichi nel documento. Sono contenta che ci troviamo una volta ancora dalla stessa parte. Ti abbraccio”.
Un’esperta pedagogista, studiosa molto attenta: “La ringrazio per la sua onestà e per la coraggiosa presa di posizione, per il bene della nostra società. Avevo già scelto questo tipo di voto da tempo, diverse persone che conosco sono su questa linea, anche elettori del PD che non si riconoscono più in queste modalità autodistruttive di una sinistra allo sbando. Girerò le sue parole agli indecisi”.
Potrei andare avanti a lungo, ma le risposte ricevute, e che continuo a ricevere, sono quelle di persone che non ne possono più dell’infanzia di certi leader e dei loro codazzi. L’altro dato è che nessuna delle centinaia di persone che si sono fatte vive vuole fare dispetti, danneggiando la causa dei diritti e della democrazia, la loro adesione nasce proprio dal fatto che nel manifesto abbiamo trovato una soluzione non lesiva della buona causa. A dimostrazione del fatto che i cittadini sono migliori delle persone e degli schieramenti che votano e, soprattutto, assai meno stupidi e dispettosi degli individui a cui sono costretti ad affidarsi.
Infine, questo mi colpisce più di ogni altra cosa, se gli elettori di sinistra potessero scegliere persone adulte e indipendenti, per gli attuali dirigenti sarebbe finita. Tuttavia, perché questo accada è necessario che usciamo dalle nostre tane è stabiliamo un serio controllo sociale sulla politica, altrimenti perderemo pure il diritto di lamentarci.
PS
Giorgia Meloni mi ricorda una simpatica bidella che conosco. Le differenze sono poche, ad esempio la bidella guadagna molto meno e non si sognerebbe mai di licenziare il direttore del museo egizio, perché sa bene che la ragione per la quale i fascisti disertano i luoghi di cultura non è il costo del biglietto.